Nord e Sud - anno XV - n. 104 - agosto 1968

Lanfranco Senn ad esempio, per la fabbricazio·ne di po1npe centrifughe, di radiatori in lamiera o di vasellame in acciaio smaltato. * * * Il progetto Italconsult, si è visto, si rifà sia ai « poli di sviluppo» che al mo·dello di equilibrio economico generale. Da una parte, il superamento dei nessi di causalità attraverso lo schema delle interdipendenze lo assimila molto più al modello di equilibrio economico generale che non al polo. La simultaneità dell'installazione e dell'av,,iamento delle varie imprese elimina in gran parte gli effetti delle « economie esterne» (in entrambe le accezioni chiarite dallo Scitovsky, in un suo celebre articolo). D'altra parte, la critica rivolta allo· schema dell'equilibrio economico generale, di non « reggere» l'introduzione di ipotesi dinamiche, riveste un certo significato anche nel caso del progetto Italconsult. Essa assume un certo peso proprio nel « processo di aggiustamento », cioè nella fase promozionale, nel passaggio ,dalla formulazione teorica alla realizzazione pratica. In questa fase non pare si stia verificando qt1ella simultaneità dei processi di aggiustamento caratteristica del modello di equilibrio economico generale e auspicata dallo stesso progetto Italconsult. Ciò significa che ogni sfasamento tra un'operazione e l'altra genera squilibri a catena, e che viene a mancare l'importante funzione stabilizzatrice che questo metodo doveva realizzare, riduc~ndo il divario temporale tra cause ed effetti. Esempi validi, a sostegno di questa critica, si possono trarre dalla lentezza della politica creditizia e di incentivazione cui si è fatto ricorso per l'industrializzazione del polo; nonché dall'imprevedibile fase congiunturale internazionale (e tedesca in particolare) che nel 1966-67 ha privato l'iniziativa pugliese di un efficace meccanismo concorrenziale. In rinvio al 1972 dell'avviamento del polo ha già parzialmente ridotto il vantaggio dell'intervento simultaneo, ,dovuto all'eliminazione dei lunghi processi decisionali delle imprese, subordinati alle strategie vicendevoli. Due osservazioni si possono poi muovere alla matrice Italconsult. La prima è che essa non stabilisce delle relazioni con settori diversi da quello meccanico e con regioni diverse dalla Puglia: il rischio, infatti, di presumere che un « blocco di investimenti » possa nascere e sopravvivere quasi autarchicamente pare non essersi tenuto conto; o, per lo m~no, non esplicitamente. La seconda osservazione è rivolta invece agli scopi -della matrice: se, come pare ovvio, essi sono di carattere previsionale e non esclusivamente conoscitivo (come avvengono o sono avvenuti i flussi tra impresa e impresa nel settore della media e grande 82 - Biblioteca Gino Bianco

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