Lanfranco Senn cale ed orizzontale, la cui intensità dipende dal bargaining power e dal grado di capitalizzazione dell'industria motrice. Certo, lo sviluppo « per poli » pone anche dei problemi. La presenza di nuovi flussi a monte e a valle va ad integ~are attività locali tradizionali, inaugurando una nuo,va serie di squilibri sociali. Anzi, « non appena vengono creati, i punti di sviluppo provocano, squilibri a catena; ... squilibri di duplice aspetto: uno positivo, mediante l'elevazione del livello di aspirazione, l'altro negativo mediante la rottura delle comunità tradizionali, la disordinata presa di coscienza delle •diseguaglianze, il sentimento di frustrazione e di sfruttamento » 5 • Gli squilibri vanno perciò coscienziosamente predisposti affinché la creazione di ogni polo raggiunga il suo scopo propulsivo, inscrivendosi in un contesto che gli permetta di avviare (o accelerare) lo sviluppo senza turbare l'equilibrio sociale. Il polo, talvolta, dà l'impressione di poter diffondere lo sviluppo nelle regioni circostanti solo in tempi mediamente lontani, anche se esiste, nella stessa formulazione teorica, il richiamo alla necessità di un 1mmediato coordinamento intra - ed inter-regionale delle iniziative con le stesse finalità di sviluppo. Come per le imprese, l'interdipendenza delle regioni trova la sua origine nella diversità delle strutture e nelle specializzazioni di ognuna di esse. Essa esige, per il vantaggio dei clienti e dei fornitori, il coordinamento degli scambi e la centralizzazione di certe decisioni. I problemi di coordinamento sono numerosi, e tutti importanti, se non si vuole che il polo, una volta esaurita la sua funzione propulsiva, ripieghi su se stesso tutto lo sforzo esercitato e crei nuovi e più gravi squilibri 6 • L'importanza delle relazioni tra le varie grandezze e della loro dinamica nello spazio, ora messa in luce, richiederebbe l'aiuto di un sistema di tabelle a doppia entrata, in cui compaiano, sulle righe e sulle colonne, i principali centri urbani regionali, con il traffico commerciale relativo. Purtroppo la costruzione di tabelle e di matrici efficienti è ostacolata dalle grosse difficoltà di ottenere dati sufficientemente disaggregati e quantità omogenee tra le diverse regioni. Sebbene la teoria dei poli costituisca per molti versi un superamento di quella dell'equilibrio economico generale, tuttavia la catena di effetti che il concetto « evocativo » di industria motrice genera e la dialettica continua dei fenomeni di pola5 F. PERRoux, L'Econnmia del XX secolo. Milano, Ed. di Comunità, 1966. ç La scuola di Perroux ha attribuito grande importanza ai rapporti commerciali tra le diverse regioni: l'evidenza di questa importanza ha influito molto anche sui modelli territoriali dei poli che, da puntiformi, quali erano originaimente concepiti, sono venuti via via configurandosi come assi, stelle, nebulose, grappoli e così via. 78 .... BibliotecaGino Bianco
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