Nord e Sud - anno XV - n. 104 - agosto 1968

. ' Sviluppo per « blocchi di investi111ento » lati e perciò la teoria dell'equilibrio, espresso mediante un sistema di equazioni simultanee, ha una sua coerenza formale indipendente daJ realismo delle ipotesi accolte a fondamento del suo schema. Cos1 facendo, tuttavia, diventa implicito che il tempo durante il quale si attua il processo •di aggiustamento sia vuoto di nuovi fatti economici. Ammettendo, invece, come pare logico, che il processo di aggiustamento sia pieno di fatti economici, la teoria diventa indeterminata sul terreno della dinamica. Ora, in alcuni schemi teorici, il nesso tra le premesse concrete - che sono premesse storiche - e le ipotesi astratte è evidente: assai meno evidente, invece, è in altri schemi, quale, ad esempio, il sistema teorico dell'equilibrio economico generale. Se si richiama> a questo proposito, il metodo delle approssimazioni successive, ci si accorge che nell'elaborare gli schemi teorici lo studioso può scegliere ipotesi prossime ai fatti da spiegare, o ipotesi più lontane. È evidente che il punto centrale della critica alla teoria dell'equilibrio economico generale non puo concernere l'immediatezza della sua efficacia esplicativa, bensì l'analisi delle approssimazioni successive. Ora, se partendo da ipotesi elementari, è possibile avvicinarsi progressivamente ai fenomeni reali, complicando o mutando le ipotesi senza incontrare ostacoli teorici insormontabili, quello schema è valido; altrimenti non lo è. Nel caso particolare dell'equilibrio economico generale, le ipotesi semplificatrici fondamentali poste alla base sono quella statica e quella della concorrenza perfetta. L'ipotesi statica - la sola che qui interessa - significa, per riprendere il Di Nardi, che « il tempo in cui si compie il processo di aggiustamento è vuoto di nuovi fatti economici ». Se dunque, per verificare la validità dello schema, si accetta di adottare il metodo di indagine per approssimazioni successive, occorre inserire nel modello una nuova variabile, e verificare che lo schema abbia la capacità potenziale di recepirla e non ne venga, invece, irrimediabilmente alterato 4 • Nonostante la sostanziale staticità, che appare anche dall'esempio 4 Allo schema dell'equilibrio economico generale, ad esempio, si muove spesso la critica di non reggere l'introduzione della formazione di capitale, che è concetto essenzialmente dinamico. Walras suppone, dicono i critici, che i capitali nuovi non siano produttivi durante il periodo a cui il modello si riferisce e lo divengono solo a partire dal periodo successivo. Il modello manterrebbe così la sua caratteristicq di modello uni·periodale anche includendo il fenomeno della formazione del capitale. fenomeno che per il carattere durevole dei beni capitali richiederebbe l'esame d1 una configurazione di equilibrio estesa a più periodi. Ora esiste un unico caso in cui un equilibrio, che per sua natura può stabilirsi solo lungo una successione di più periodi, può essere esaminato compiutamente anche nell'ambito di un solo periodo, ed è il caso di un'economia stazionaria, una economia cioè in cui la forma75 B-iblioteca Gino Bianco

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