Nord e Sud - anno XV - n. 104 - agosto 1968

Enzo Vellecco esame che si deve probabilmente partire se si vuole tentare di analizzare, anche solo per grandi linee, le prospettive per l'attività della SME nel prossimo futuro. Cosa che farebbe acquisire un elemento di chiarezza di notevole interesse per il Mezzogiorno: perché si deve tene~ pres~nte che la Società l1a riposto il suo principale scopo sociale nell'incentivo alla industrializzazione di questa p·arte del paese, riaffermando costantemente questo p·rincipio in ognuna delle relazioni del suo Consiglio di Amministrazione, alla chiusura degli esercizi annuali. Non è questo però l'unico motivo, anche se il più valido, per un interesse all'attività della SME. Altre ragioni di interesse derivano, per così dire, dalla « formul1a », quella della società finanziaria, che autorizza fondate speranze per iniziative imprendito,riali in un terreno, come il Mezzogiorno, per tanti aspetti ancora così scarso di intraprese. Del resto, un'eco di queste fiduciose speranze è dato· cogliere anche nell'esposizio11e introduttiva alla conferenza stamp·a che il Prof. Petrilli ha tenuto il 12 giugno in sede di presentazione del bilancio IRI, dove è detto che: « la SME continua ad estendere e sviluppare le proprie attività ed ha potuto chiudere l'esercizio con un risultato economico favorevole». Com'è noto la SME è la maggiore società ex elettrica del Mezzogiorno, con un capitale controllato per il 41,5% dall'IRI, per il 14% dalla Bastogi e per il rimanente 44,5% in possesso di alcune decine di migliaia di azionisti. Lo « stato maggiore » della Società è rimasto praticamente quello della vecchia azienda elettrica, nella quale av~via avuto modo di rivelare le s11e notevoli capacità organizzative ed imprenditoriali. All'indomani, si può dire, della nazionalizzazione, e precisamente alla fine del 1963, furono iniziate trattative per attuare il reimpiego dei crediti di competenza del portafoglio ,delle società ex elettriche cont•rollate dalla SME. Le relative operazioni si co,nclusero nel 1964 e portarono ad una intesa con aziende del grup,po FINSIDER (ITALSIDER e CEMENTIR), agevolate dalle. note disposizioni della legge di nazionalizzazione per le fusioni e quindi ad una partecipazione della SME al capitale di quelle aziende nella misura del 16,6% per l'ITALSIDER e dell'll,7% per la CEMENTIR. L'altra decisione di maggiore importanza, che venne presa nello stesso periodo, fu quella di rilevare dall'IRI la quota di capitale (circa il 51%) che esso deteneva nella Società CELDIT-Cellulosa d'Italia (con impianti a Chieti). Con questo rilevamento la SME entrava in partecipazione con la DOMTAR: uno dei maggiori gruppi cartari canadesi. Posta di fronte alla necessità di reimpiego delle prime quote di indennizzo, in una situazione economica che cominciava a registrare segni di difficoltà, per l'inizio della congiuntura sfavorevole, la SME tendeva evidentemen te ad una piu stretta correlazione con l'attività dell'IRI. _In tal senso erano infatti orientate le due più importanti decisioni prese in quell'epoca, anche se ad esse venivano ad aggiungersi, ovviamente, alcune decisioni minori, quelle relative al potenziamento delle installazioni della OCREN (Officina Costruzioni Riparazioni Elettromeccaniche Napoletana) e 56 BibliotecaGin·oBianco

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