Nord e Sud - anno XV - n. 104 - agosto 1968

Note clella Redazione spettare l'ordine del giorno concordato coi capigruppo: è un atto di coraggio che, però, i suoi colleghi di partito, con una manovra ostruzionistica, gli impediscono di attuare: fuggono dall'aula facendo mancare il numero legale. La frattura tra Giunta e gruppo· democristiano sembra ormai irreparabile. Gli ambienti politici napoletani attendono le dècisioni della DC; sabato 29 giugno si ha la prima presa di posizione ufficiale: il partito esprime, senza motivare in alcun modo quanto è accaduto, la volontà di intensificare l'azione operativa e realizzatrice dell'Amministrazione Principe. La sostanziale contraddizione, l'ipocrisia di questa affermazione non tardano a rivelarsi, lunedì 15 luglio, in Consiglio comunale, nel corso di una convulsa seduta-fiume, dedicata al dibattito sulla mozione di sfiducia del PCI. È questa la seconda fase, la più acuta, della crisi interna al gruppo democristiano. La DC non può più sottrarsi, alla Sala dei Baroni, all'esame del 19 1naggio. L'attacco al Sindaco, così brutalniente orchestrato, viene ora esteso ai socialisti da parte di quei consiglieri che puntano decisamente al rovesciamento dell'alleanza di centro-sùiistra ed alla formazione di un monocolore democristiano. Il capogruppo della DC, nel cuore della notte tra lunedì e niartedì 16 luglio, occupandosi delle vicende del Piano regolatore, sferra un attacco violento al PSU. Due anni or sono, dice ù1 sostanza, la Commissione incaricata di elaborare il nuovo P.R. si insediò regolarmente, preparò un progetto entro i tempi previsti; i partiti di centro-sinistra, che avevano espresso i tecnici della Commissione, lo esaminarono. La delegazione socialista, afferma testualmente l'avv. De Maria, improvvisandosi esperta di urbanistica e senza proporre soluzioni alternative, non approva lo schema, determinando la paralisi dell'attività edilizia. A questo punto i socialisti non ci vedono più, la provocazione è troppo grande e sfacciata. Labriola, Buccico e Locoratolo ricordano alla DC le sue pesanti responsabilità per lo stato di degradazione in cui è precipitata la città; ricordano la tutela data dalla DC a grossi speculatori edilizi; ricordano che è itn merito e non una colpa del PSU aver bloccato in tempo utile il nuovo Piano regolatore, ispirato ad una matrice urbanistica culturalmente arretrata e pronto a trasformare molti quartieri cittadini in tanti « rioni Carità». La crisi dell'Amministrazione è virtualmente aperta. Riescono ancora una volta a scongiurarla l'assessore all'lJrbanistica, Servidio, ed il Sindaco Principe; i quali, con una interpretazione piu equilibrata e leale delle vicende del Piano regolatore, sconfessano di fatto il loro capogruppo. La frattura tra gruppo democristiano e Giunta si riapre, tuttavia, subito dopo con l'intervento del consigliere dc Giaculli, che sostiene le argomentazioni di De Maria. Al Sindaco non resta che ·un tentativo estremo (sono ormai le 5 e 30 del mattino): convoca il suo gruppo nella Sala della Segreteria del Consiglio; è una riunione convulsa, dal di fuori si possono sentire grida scomposte e invettive. Il gruppo approva un docu1nento equivoco, ispirato ad un ·«falso unanimismo», come diranno più tardi i socialisti, in cui tra l'altro si conferma la « piena fiducia all'Amministrazione». Ripresa la seduta del Consiglio, viene approvata (contro la mozione dei 50 - BibliotecaGino Bianco

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