Nord e Sud - anno XV - n. 104 - agosto 1968

Francesco Farina quelle imprese che accettino la localizzazione nei nuclei e nelle aree suddette. Cerchiamo o•ra di specificare quali tipi d'industria potrebbero meglio adempie1e a compiti di attrazione e di rinnovamento .. A tale scopo non si può non tener conto del problema dell'occupazione. Infatti, com'è noto, la SVIMEZ ha calcolato che fra il 1961 e il 1981 si devono creare nel Sud 3,6 milioni di nuovi posti di lavoro, mentre l'attuale ritmo di sviluppo consentirebbe la creazione di soli 1,4 milioni. Inoltre si è notato in Italia uno sfasamento tra dinamica produttiva e dinamica occupazionale che molti fanno risalire al progresso tecnico nell'industria, che fa aumentare la produttività, col risultato di frenare gli incrementi dell'occupazione. Comunque, in relazione allo sviluppo tecnologico dell'industria del Sud, è evidente la necessità di conciliare la tendenza ad elevare il grado tecnologico delle aziende esistenti con la « preoccupazione sociale » di favorire quanto più è possibile gli incrementi di manodopera. Nel Mezzogiorno si è notato un ristagno nel settore meccanico sia per quanto riguarda l'occupazione (lo stesso peso del 17,4% tanto nel 1951 quanto nel 1965 contro il forte incremento occupazionale in tutti i paesi del mondo), sia per quel che riguarda gli investimenti. Occorre quindi dare nuovo slancio alle iniziative in questo fondamentale ramo dell'attività industriale per due motivi: perché esso fornisce gli imputs principali alle industrie manifatturiere, condizionandone il ritmo di ri11novamento tecnologico, e perché tali industrie sono fra le pocl1e che, « mantenendo livelli tecnologici adeguati a quanto imposto dalla competitività sui mercati internazionali, meglio garantiscono, a parità di capitale impiegato, un elevato assorbimento di manodopera, assicurando, altresì, alti livelli di qualificazione professionale» 12• Le industrie meccaniche, dunque, devono espandersi, perché è necessaria una politica che tenda a favorire investi1nenti in settori ad intensità di occupazione rispetto a quelli ad intensità di capitale, aventi costi per addetto eccessivamente alti. E ormai sembra che non solo fra gli economisti, ma anche· negli ambienti decisionali, si sia fatta strada la convinzion,e che a tale crisi non è estranea la politica d'incentivi fin qui seguita degli istituti per il Mezzogiorno che ha ostacolato la nascita di un tessuto diversificato di industrie medie, specializzate in produzioni · relative ai cicli intermedi dell'acciaio. Questo, in particolare, quando si è ecceduto nel concedere finanziamenti agevolati per in,,estimenti ad alta intensità di capitale. 12 Relazione di previsione sul Mezzogiorno per l'anno 1968, presentata al Parlamento dal Ministro Pastore il 31 ottobre 1967. 30 Biblioteca Gino Bianco

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