.. Il « gap » del Mezzogiorno dente della FIAT, Agnelli - non si deve dimenticare che sul mercato « la novità che incorpora l'ultimo ritrovato della tecnica» fa spesso « premio sul prezzo» 6 • Questo il quadro della ricerca industriale in Italia: una realtà purtroppo ancora piuttosto statica. C'è mancata, oltre tutto, anche una mentalità imprenditorial,e più aperta, volta verso il futuro, per tracciare programmi di sviluppo di lungo periodo. Non a caso, da noi, le quote spese per la ricerca pura nel 1966 sono state le più alte dell'Europa Occidentale rispetto a quelle dedicate alla ricerca ap,plicata (30% della spesa totale; 58 miliardi su 190 stanziati). Abbiamo trascurato soprat-- tutto la ricerca di sviluppo e così dall'estero, soprattutto dagli Stati Uniti, sono venuti investimenti sempre maggiori, e prevalentemente concentrati nei settori più progrediti dal punto di vista tecnologico. Come considerazione preliminare ad ogni discorso su una politica della ricerca industriale c'è da dire che essa va organizzata in maniera differente per le grandi e per le piccole imprese, sia sotto il profilo della possibilità finanziaria di effettuare la ricerca, sia sotto quello della capacità di sfruttamento di essa. Uno dei rimedi validi per le une e per le altre potrebbe essere il metodo della ricerca « esterna », già collaudato, i11quanto a11che le grandi società, quando si dedicano a produzioni su scala da piccole industrie, preferiscono affidare a terzi la ricerca inerente a tali prodotti. La Pirelli, ad esempio, si è spesso servita dell'Istituto Battelle di Ginevra e negli Stati Uniti esistono numerosi istituti e fondazioni di questo tipo. Ma, naturalmente, lo sforzo dev'essere concentrato su un forte sviluppo della ricerca in proprio. Gli industriali concordano ormai sul fatto che non ci si può limitare, come è avvenuto finora, ad acquistare tutte le licenze di brevetti all'estero. Primo, perché alla lunga ciò vorrebbe dire soggezione completa della nostra industria allo sviluppo industriale degli altri. Secondo, perché i brevetti vengono solitamente sfruttati in pieno dall'industria inventrice, in modo che chi li acquista si trova ad arrivare sui mercati esteri, o anche nazionali, co-n prodotti già superati. L'indicazione generale sembra perciò quella della collaborazione con l'estero, nel senso di metterci sempre più al passo col progresso tecnico attraverso lo scambio non più -di conoscenze dietro denaro, ma di conoscenze contro conoscenze. Un tale programma non può essere realizzato senza gettare le basi di una larga collaborazione dell'industria privata con lo Stato e le università. L'opera deglj enti pubblici e dei centri della ricerca statale non 6 Relazione sul tema « Ricerca scientifica applicata e industria», svolta dal dott. Giovanni Agnelli dinanzi alla Commissione Industria della Camera il 20 luglio 1967. 23 BibliòtecaGino Bianco
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