Nord e Sud - anno XV - n. 104 - agosto 1968

Francesco Farina in un prossimo futuro l'industria meridionale si caratterizzi dal punto di vista tecnologico co·me l'area depressa dell'industria europea. Naturalmente l'azione dello Stato potrà avere un ruolo notevole nell'agevolare il processo di adeguamento della ·nostra industria ai livelli tecnologici dei paesi più progrediti. Al riguardo il provvedimento principale potrebbe consistere nel progetto di creare un nuovo ministero per la ricerca scientifica, allo scopo - anche se i modi di attuazione appaiono piuttosto vaghi - di organizzare i programmi di ricerca nei vari centri appartenenti al CNEN e al CNR, di coordinare l'attività ·degli istituti universitari e di studiare nuove forme di collaborazione con la ricerca ind11striale. Secondo le direttive stabilite dal piano quinquennale, il governo dovrà concentrare i nuovi investimenti industriali nel Sud in imprese tradizionali soprattutto ad « alto grado di efficienza tecnologica »; quelle cioè che « contribuiscono ad elevare il livello tecnologico » nell'ambiente economico in cui operano. Per ottenere questi risultati è indispensabile che esse possano giovarsi di frutti della ricerca che assicurino un continuo rinnovamento delle tecniche di produzione. Ma, per comprendere meglio in che modo sarà necessario operare - sia riguardo alle industrie già esistenti, sia riguardo a quelle da realizzare - per far sì che il Mezzogiorno tenga il passo con il progresso industriale, bisogna esaminare in che termini si prospetta il problema della ricerca nell'industria in tutt'Italia. *** Solo recentemente il nostro mondo economico e quello politico hanno preso coscienza dell'insostituibilità, nell'industria moderna, della ricerca come « fattore produttivo ». Di conseguenza ci si è resi conto di quanto scarsi siano stati i mezzi e gli uomini dedicati alla nostra ricerca sia di base che applicata. Si è notato come il programma ·economico preveda una spesa della ricerca scientifica di 1320 miliardi (per il 60% sostenuta dello Stato e dalle imprese pubbliche, per il 40% dall'industria privata), pari allo 0,7 del reddito nazionale lordo. Percentuale, questa, notevolmente più bassa di quella di altri paesi come la Germania Federale (1,3%), la Francia (1,6%), l'Olanda (1,8%), il Belgio (0,9%), la Gran Bretagna (2,3%), gli Stati Uniti (3,3%). Ed anche «i miglioramenti che il piano quinquennale lascia intravedere - osserva la relazione illustrativa del progetto di legge per l'istituzione del nuovo ministero per la ricerca scientifica - non sono comunque sufficienti, in via assoluta, 20 Biblioteca Gino Bianco

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