Maria Ciranna Venturini Si è perso molto te111poprezioso, ed è giusto, oggi, darsi una· ragione di questo grave ritardo, senza sottrarsi ad un severo esa1ne delle responsabilità politiche. Che alcune delle vicende verificatesi nel corso qelle ultime due legislature a proposito della questione urbanistica abbiano dimostrato una certa immaturità del paese nei confronti di questi problemi, una scarsa cono,scenza nei confronti dei termini esatti della riforma, delle conseguenze che essa p,oteva avere nel rapporto fra pubblico e privato, è certamente vero. Ed è anche vero che su questa immaturità e scarsa conoscenza hanno avuto, facile presa i veri, grandi interessi speculativi, per mobilitare contro la riforma gli stessi cittadini che ne avrebbero beneficiato. E soprattutto• vero,, tuttavia, che gli anni trascorsi invano hanno lasciato aperti tutti i problemi non risolti, aggravandoli, nella misura in cui gli alti costi dei suoli urbani, l'incerto e contraddittorio regime giuridico, hanno differito ancora nel tempo la ·soddisfazione di quei bisogni per la vita civile, e di quelle infrastrutture sociali per la scuola, la sanità, il tempo libero, la viabilità, che mancano tuttora nelle nostre città, facendoci detentori di tristi primati in materia di disordine urbanistico. · I piccoli pro-prietari, i lavoratori, il ceto medio, tutte quelle masse che i grandi interessi s,peculativi hanno mobilitato strumentalmente contro la riforma urbanistica sono coloro che l1anno p·agato il prezzo· più alto anche in termini di salute e di progresso civile. Di fronte ad una constatazione di questo genere una classe politica ha il dovere di non abbandonarsi alle facili e consolatorie attenuanti sociologiche. Vi è un limite oltre il quale la delega del potere non an1mette debolezze e tentennamenti; vi è una fu'nzione anticipatrice che una classe dirigente ha il dovere di esercitare. Questo limite passa attraverso una do,manda che ogni rappresentante politico deve porsi di fronte ad un'azione legislativa o di governo: da che parte sta l'interesse generale? Non è facile governare un paese che è passato rapidamente da una condizione di sottosviluppo ad uno stato di relativo benessere, pieno di sperequazioni, di miserie e di ingiustizie sociali. La stessa rapidità dei mutamenti, la coesistenza di u.na legislazione sclerotica e antiquata con un ritmo- rapido e discontinuo di sviluppo, esaltano la forza dei forti ed emarginano e ind·eboliscono i deboli, ingenerano• un particolare spirito di frontiera che si esprime in una esasperata e cieca rincorsa al benessere individuale, in una oltranzistica difesa degli interessi di settore e di categoria, nell'affievolimento di un co•mune sentire sui problemi della società, salvo poi a trovarsi, gli individui stessi, a pagare un prezzo altissimo, -16 BibliotecaGino Bianco ...
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==