- Maria Cirann,a Ven,turini formula di centro-sinistra, e i socialisti assu1neva110, fra le dirette responsabilità governative, anche quella del ministero dei LL.PP. Non sono mancate, certo, nel corso della IV legislatura, e specialmente negli ultimi due anni, alcune importanti _prese di posizione governative, né provvedimenti particolari di una qualche efficacia in materia urbanistica, fino alla leg•ge-ponte approvata nell'agosto del '67, che rappresenta certamente uno sforzo lodevole per uscire da un'azione di governo episodica e discontinua. Ma è chiaro che, mentre l'azione governativa si estenuava in una esasperante lentezza e nella disperata impresa di conciliare decisioni responsabili con la mediazione di infiniti e contrastantj interessi particolari, le cose, gli affari, cl1e questo particolare metodo di gestione del potere lasciava fuori della porta, non potevano attendere. Le contraddizioni scoppiavano, le soluzioni assunte come pal·liativi « precipitavano» nel senso piu letterale della parola, mettendo in evidenza la discontinuità e la precarietà del nostro assetto legislativo e istituzionale a confronto con i problemi nuovi della società. Scandalizzarsi oggi della sentenza della Corte Costituzionale, organo da più parti e in più_ riprese caldeggiato e invocato• quando si trattava di metter ordine nelle nostre leggi, alla luce del quadro istituzionale che il paese si era dato nell'immediato dopoguerra; dare a questa sentenza il facile appellativo di « reazionari<:1- » solo perché mette in discussione la legittimità di una normativa che anche prima del nove maggio, dalle stesse forze politiche che non hanno ancora provveduto a riformarla, era considerata superata e inadeguata, significa esprimere un giudizio frettoloso, mettendo l'accento sugli effetti della sentenza stessa, che sono indubbiamente preoccupanti, e trascurando la causa, che non è meno grave: il ritardo con cui si provvede a so'stituire una legislazio·ne insufficiente ed invecchiata con nuove leggi organiche, adeguate ai nuovi bisogni della società. La responsabilità di questo ritardo non spetta certo alla Corte Costituzionale, n1a pit1ttosto alla classe politica. La se11tenza stessa della Corte esprime questa esigenza quando precisa che « il diritto dei proprietari non può venire i11teso come dominio assoluto ed illimitato ·sui beni propri, dovendosi invece ritenerlo caratterizzato dall'attitudine ad essere sottoposto, nel suo contenuto, ad un regime che la Costituzione lascia al legislatore di determinare » e che « nel · determinare tale regime il legislatore può persino escludere la proprietà privata di certe categorie di beni, come pure può imporre, sempre per categorie di beni, talune limitazioni in via generale ». La strada da seguire, ora, non è quella delle inutili lamentazioni. La sentenza come tale mette certamente in crisi la gestione urbanistica dell'immediato futuro, ma, per il fatto stesso che non facilita le cose, essa 12 Biblioteca Gino Bianco -
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