·' Il disordine urbanistico compromessa, tanto è vero che essa si presentava come« appello dell'INlJ ai partiti di centro-sinistra per l'applicazione della legge-Sullo ». Erano bastate all'inizio del 1963 le prime indiscrezioni sulla legge, e in partic<)- lare sul « diritto di superficie» (che non era peraltro un punto irrinunciabile della riforma), per scatenare una campagna di stampa di tale violenza da creare nel paese un clima da crociata, un'atmosfera da caccia alle streghe, proprio alla soglia delle consultazioni politiche della primavera del 1963. Una nota uscita sul « Popolo » il 13 aprile di quell'anno affossava definitivamente la legge, separando le responsabilità della Democrazia Cristiana da quelle dell'imprudente ministro dei lavori pubblici; e buttando acqua sul fuoco delle polemiche pre-elettorali 2 • Incominciava da quel momento un lento, ma progressivo arretramento dei partiti e delle forze politiche su posizioni di prudente attesa. Il clima da mo1 bilitazione generale creatosi d11rante il periodo preelettorale, l'azione di terrorismo psicologico che una campagna di stampa aggressiva e spregiudicata era riuscita a instaurare nel paese, la consapevolezza della sconfitta patita da parte di chi aveva sinceramente creduto che si potesse rapidamente varare una riforma sono tutti dati di fatto che spiegano, anche se non completamente, l'esasperante lentezza e contraddittorietà della successiva azione di governo, e del comportamento della classe politica. Si spiegano e si giustificano meno, tuttavia, il minor vigore polemico, l'abbandoo.o di una linea di rivendicazioni concrete e intransigenti, il rifugio in temi astratti, la sempre più fiacca difesa d'ufficio della riforma, da parte degli Istituti di cultt1ra urbanistica, forse paralizzati dal contrasto che la stessa polemica sulla legge aveva suscitato nel loro seno, forse risucchiati essi stessi nell'occhio del ciclone, in una partecipante attesa di qualcosa che doveva accadere, dal momento in cui si varava la 2 « In relazione alle polemiche circa lo schema di legislazione urbanistica, negli ambienti responsabili della Democrazia Cristiana, si fa rilevare che il documento, il quale ha fornito occasione a vari rilievi, è il frutto del lavoro di una com1 missione di studio costituita presso il minister9 dei Lavori Pubblici. Lo schema così formulato è stato inviato direttamente dal ministro competente per l'esame al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, prima di sottoporlo all'approvazione del Consiglio dei ministri. Pertanto, per quanto siano apprezzabili talune disposizioni, è chiaro che nello schema non è in alcun modo impegnata la responsabilità del1a Democrazia Cristiana. Questo partito, come è detto chiaramente nel suo programma, persegue l'obiettivo di dare la casa in proprietà a tutti gli italiani senza limitazione alcuna nella tradizionale configurazione di questo diritto. Anche nella legislazione urbanistica saranno pienamente rispettati per quanto riguarda la DC i principi costituzionali e i diritti dei cittadini. » ( dal « Popolo » del 13 aprile 1963). 11 BibliòtecaGino Bianco
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