.. Recen.sioni gendo milioni di adulti a trascorrere 40 e più ore alla settimana nel costante sforzo di sopprimere la loro creatività. Uno dei quesiti fondamentali che nasce per il nostro pubblico da una lettura del genere è quello di conoscere quante di queste esperienze americane siano trapiantabili in Italia. Vale qui la pena richiamarsi al ca11to accenno che pur fa Claudio Belli, traduttore e presentatore dei libro, quando ricorda gli insuccessi registrati nel nostro paese dai principi di relazioni umane, così come dalle tecniche del training within industry nell'immediato dopoguerra. Fallimenti dovuti all'aver preso in blocco determinate conclusioni, maturate in un contesto economico, sociale e psicologico così diverso da quello italiano ed averle trapiantate senza quell'opportuna opera di « filtraggio » in casi del genere conditio sine qua non per ottenere risultati positivi. Si potrebbe ulteriormente aggiungere che gli italiani - o più in generale gli europei - sono molto più scettici degli americani nei riguardi della natura umana. L'evoluzione ·storica, lo spirato associativo, le differenti filosofie di vita hanno provocato a questo riguardo sensibili diversità. L'·atteggia•mento americano prevalente è quello di un popolo giovane carico di energie e di una certa dose di ingenuità, pronto a recepire con entusiasmo nuove iniziative. Non è in.fat•ti luogo comune affermare che l'uomo medio americano è ot,timista. Un ottimismo programmatico, volontario, che viene insegnato a scuola; che diviene col p·assare degli anni un effettivo dovere sociale, la cui trasgressione è decisamente condannata dal prossimo. Questo concetto trapiantato in campo industriale, implica una certa fede nelle finalità dell'azienda e non è casuale il fatto che solo in America esistano società che abbiano un corpo di politiche scritte, peraltro sbandierate in ogni occasione. Noi - osserva Belli - siamo invece ancora legati in maggioranza a giurare sulla rabble hypothesis, sulla teo,ria cioè che la società consista in un'orda di individui disorganizzati; che ciascuno agisca in modo da salvaguardare se stesso e il proprio interesse personale; che ogni individuo pone i suoi pensieri al servizio di questo scopo. È però prevedibile che la realtà italiana non dovrà necessariamente seguire tutte le tappe di evoluzione che ha seguito la realtà americana e verrà quindi a un certo momento ad affrontare con contem,poraneità problemi suoi particolari e pro,blemi dell'America di oggi e di domani. Di qui l'interesse notevolissimo (no1 n la supina importazione, tout court) per le tecniche d'oltreoceano. Si possono anche immaginare le critiche verso un'opera del genere, con il richiamo - di prammatica in questi casi - alla manipolazione dei cervelli insita nell'utilizzazione della psicologia industriale, ai pericoli dell'uon1ò addomesticato dalle tecniche alla società dei consumi. È evidente l'esigenza che psicologia e sociologia vadano usate con cautela e non soltanto per ottenere t1n utile. Sarebbe però unilaterale non scorgere quali vantaggi nascono anche per il personale da discipline che si pongono come obiettivo quello di 115 Biblioteca Gino Bianco
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