Nord e Sud - anno XV - n. 104 - agosto 1968

Graziella Pagliano Ungari terno di tali perce11tuali sono ulteriormente calcolate le preferenze i11 ragione dell'età, rivelando una tendenza dei giovani al romanzo e dell'età adulta verso la storia e la filosofia-politica e religione. Si perviene a individuare sociologicamente cinque gruppi omogenei caratterizzati in modo assai diverso dal co.mportamento nei confronti del libro. Il primo, pari al 36 per cento dei censiti, è ra,ppresentato da po-- polazioni rurali a basso reddito e basso livello di istruzione: non acquista e non legge. L'età media è elevata. Il secondo, pari al 21 per cento, consiste di strati urbani a reddito medio, ma con basso livello di istn1zione e letture scarse. Il terzo, pari al 18 per cento, corrisponde grosso modo al ceto impiegatizio urbano; acquista poco ma legge quotidiani, riviste, libri (in prestito), influenzato dalla pubblicità. Il quarto, con forte percentuale di donne, caratterizzato come acquirente ma scarso lettore (libro-regalo, libri scolastici, per l'infanzia, ecc.), è pari al 12 per cento dei censiti. Solo il quinto gruppo rappresenterebbe il pubblico del libro di cultura: buon acquirente e buon lettore, alto livello di istrt1zione, età giovane, insediamento in città (e soprattutto a Parigi), reddito elevato. Va notato che proprio questo gruppo, pari al 13 per cento, acquista il maggior numero di tascabili, il che sminuisce di non poco la corre11te contrapposizione cultura-tascabili. *** La vera distinzione da istituire nella produzione e consumo editoriale sembra piuttosto quella fra libro di sperimentazione e libro di diffusione. Il libro « di sperimentazione » che si può definire eco11omicamente come quello il cui prototipo costa più della serie, rappresenta, con le sue tirature assai limitate, il terreno di ogni innovazione, garanzia di una libertà di espressione non ancorata a problemi di profitto. /\. tale gruppo di operé, di cui Escarpit parla come di prevalentemente letterarie, penso si possono forse aggiungere quelle che presentano, anche in forma saggistica, i risultati della ricerca specializzata nei vari campL Il libro di « diffusione » non si definisce con1e volgarizzazione delle opere del primo gruppo, ma semmai come una loro possibile ulteriore soglia quantitativa, fino alla possibilità di raggiungere ogni « angolo sociale ». Naturalmente è impensabile che tutte le opere del primo gruppo possano successivamente passare nel secondo, il quale dunque si definisce anche come selezione del primo: ciò che è legittimo e necessario, a condizione che il sistema selettivo eviti gli scogli della imposizione ideologica unilaterale, del paternalismo, della disinteressata passività rispetto ad abitudi11i mediocri. Una soluzione ipotetica per chi abbia abbandonato ormai le rive di un placido jlluminismo ottimistico, è segnata 102 ..... Biblioteca Gino Bianco

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