Nord e Sud - anno XV - n. 104 - agosto 1968

Il pubblico del libro di cultura in tal caso, non potrà non assumere carattere e1ninentemente sociologico. Si desidera ancora, peraltro, una determinazione non generica di cultura high, middle e lower, dato che non sembra legittimo farla coincidere con livelli diversi di validità estetica o corrispondere esattamente a classi sociali diverse. Certo, sembra da utilizzare a fondo la distinzione di Sartre quando ricorda che il libro di cultura ha degli intermediari, e il tascabile non è libro di cultura in quanto venga letto senza operare riferimenti. Tanto più utilizzabile - vorremmo aggiungere - in quanto, pur respingendo la ~eparazione, inaccettabile, fra libro di cultura (a tiratura limitata) e tascabili (incultura di massa), non potendo di per sé la quantità di copie modificare il valore veicolato, tuttavia non nasconde un aspetto del fenomeno odierno che si indica comunemente con le frasi libro-oggetto, libro saponetta, oppure da Rosiello con l'ipotesi che l'industria culturale imponga uno schema di decodificazione univoco, ad esempio· rispetto alla plurivocità artistica - ma non solo in questo caso se ad esempio Witold Wirpsza, alla Fiera di Francoforte del '67, ammoniva che l'essenziale dell'atto del leggere, dinamico e senza limiti, è proprio la potenzialità di leggere ciò che non è stato prescritto. Queste indagini sulla riduzione a merce del libro sono solo omofone, ovviamente, ad altre sul libro in quanto oggetto di commercio - che pure vengono qui escluse in quanto tendo110 a costruire piani di marketing e ad ordinare documentazioni e rilievi in parametri di mercato. Anche se attente e sorvegliate, il loro fine pratico e commerciale le atteggia secondo una propria logica chiusa, solo in parte utilizzabile su altro piano. Viceversa, le indagini di più largo orizzonte possono offrire qualche non inutile premessa alla stessa elaborazione degli uffici commerciali. Valga, per tutti, un solo esempio; una ricerca effettuata dall'Institui Français d'Opinion Publique (su commissione del Syndicat national des éditeurs) pubblicata nel luglio '67 sotto l'insegna La clientèle du. livre assumeva a obbiettivo mediato la promozione della lettura: dichiarava cioè di voler fornire una base di dati e di osservazioni sistematiche, a partire dalle quali i singoli editori potessero rivedere e orientare i propri piani di produzione e distribuzione. L'interesse dei ricercatori vi appare pertanto centrato sui comportamenti di acquisto e solo in via subordinata su quelli di lettura. Suddivisa la produzione libraria per grandi generi, ecco ad esempio, le percentuali di acquisto·: 36% romanzo; 9% storia; 5% filosofia politica, religione; 5% poesia, arte, teatro. Libri gialli e di avventura raggiungono solo il 12 per cento. All'in101 Biblioteca Gino Bianco

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