Nord e Sud - anno XV - n. 104 - agosto 1968

Graziella Pagliano Ungari la disparità di livello tra i vari prodotti non può fondare a priori una differenza di valo,re: ma per introdurre poi subito un criterio discriminante soggiungendo che « ai vari livelli si potranno produrre opere che conducano, nell'ambito stilistico prescelto, un discorso citlturalmente creativo » 2 • In effetti la serie dei vagli critici operati nel tempo e talora nei secoli, con rigore teo·rico di studi o in più immediate battaglie culturali, configura in situazioni storiche determinate, un patrimonio che potrebbe essere considerato come oggettivamente valido, come il momento più alto di elaborazione della conoscenza del reale, per cui la distinzione fra libro di cultura e libro di co·nsumo o evasione non sarebbe più istituibile al momento della frt1izione ma già in sede di catalogo. In verità il criterio del momento culturale della fruizione, se inteso in senso soggettivo, può allargarsi all'infinito, sia che si tenga fermo a una concezione di cultura come contemplazione disinteressata, distinta dalla vita attiva (ma in tal caso vi rientrano, di pieno diritto sia escape sia message) o includendovi invece, secondo accezioni più recenti, anche la tecnica, i manuali di intento pratico, ecc. Se si parte invece non da un criterio soggettivo ma dalla concezione di un patrimonio culturale oggettivamente costituito, seppure in costante sviluppo, le inchieste e ricerche potranno venir verificando il livello di diffusione di tale patrimonio, e registrare co•me « incoltura » ogni carenza informativa e di comprensione statica ed « elitaria » del processo storico di formazione culturale; e la forma che la ricerca può assumere slitta agevolmente sul piano quantitativo, tende cioè a determinare livelli di informazione-identificazione in rapporto a un parametro precostituito. Naturalmente, quante volte si venga a privilegiare il momento culturale di un modo di fruizione puramente soggettivo, la ricerca dovrà chiedere aiuto alla psicologia e alla psicanalisi. Il problema però può essere impostato ammettendo che il processo di selezjone culturale operato dalle passate generazioni e dalle attuali « forze» c•ulturali sia non innocente, bensì ideologico anche nel senso ristretto di consapevolmente mistificato. Ogni libro, in tal caso, può contenere un « messaggio » culturale e solo nelle determinate situazioni storiche si potrà e si dovrà, in termini di scelta critica ma anche in senso lato politica, delimitare i prodotti di cultura rispetto alla nor1 cultura. Seguendo tale impostazione, ad un messaggio proveniente dalla cultura ufficiale, comunque costituita, possono contrapporsi socialmente una. resistenza e un disinteresse anch'essi di valore ideologico: la ricerca, 2 U. Eco, Apocalittici e integrati, Milano, Bompiani, 1964, pp. 57-8. 100 ..... Biblioteca Gino Bianco

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