' La rivolta degli « arrabbiati » L'accettazione del principio della « contestazione globale » ha determinato, sul piano politico, il fallimento completo della « rivoluzione » di maggio. Trasformata da obbiettivo politico a lungo termine in una strategia a breve scadenza, la parola d'ordine della « contestazione globale >> ha condannato il movimento studentesco all'isolamento e ha preparato il terreno alla controffensiva delle « forze della conservazione »; le quali, ben orchestrate dal governo gollista, hanno utilizzato il trauma provocato sull'opinione pubblica dalle barricate e dallo sciopero generale per spostare a loro vantaggio l'equilibrio del sistema politico. Per questo solo fatto la sinistra francese si è trovata di colpo su posizioni molto pit1 precarie di quelle occupate soltanto tre mesi or sono. È difficile identificare i responsabili di questa sconfitta. Due sono le interpretazioni possibili. La prima è quella della sinistra 11fficiale, del partito comu11ista i11 particolare. Essa mette sotto accusa i gruppi della sinistra rivoluzionaria (filo-cinesi, trozkisti, anarchici, guevaristi) e le punte più avanzate del movimento studentesco (il « movimento del 22 marzo » in particolare): « bisogna dire - ha dichiarato Waldeck-Rochet all'indomani del primo turno delle elezioni legislative - che, unendo le loro provocazioni e le loro violenze a quelle del potere gollista, i gruppi « ultragauchistes » hanno reso un servizio immenso al gollisn10, permettendogli di far leva sul tema della paura ». La seconda è quella del PSU e della sinistra extra-parlamentare. È completamente opposta alla prima. Riversa infatti sulla sinistra ufficiale le responsabilità che quest'ultima ha scaricato per prima sulle sue spalle: « a vestirsi del tricolore e a volersi presentare come il partito dell'ordine stabilito - ha dichiarato il PSU con evidente riferimento al PCF e alla Federazione di Mitterrand - non si corre di certo il rischio di essere preferiti a De Gaulle. I partiti tradizionali raccolgono quello che hanno seminato quando si so·no assunti la pesante responsabilità di no,n appoggiare e lasciare senza guida l'immenso movimento dei lavoratori che aveva nelle loro mani le sorti del regime ». Queste due interpretazioni discordi danno il senso dell'attuale impotenza della sinistra francese nel suo complesso. Sconfitta sul piano politico, la « rivoluzione di maggio » conserva, sul piano culturale, tutto il suo significato. Essa è stata sotto molti . aspetti una vera e propria rivoluzione culturale. Di questa rivoluzione culturale gli studenti sono gli unici responsabili e questo è il loro merito maggiore. Vi è stat.a molta ingenuità e qualcosa di superficiale nella loro pretesa di rinnovare la cultura ufficiale. Questo qualcosa è stato il colore 93 BibliotecaGino Bianco
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