La rivolta degli « arrabbiati » tribuendo alla realizzazione parziale del progetto di acco1nplisse111e11t dell'allievo, l'insegnante continua ad imparare; è nel vero senso della parola, educato dai suoi allievi e riceve da loro il permesso di realizzare l il proprio personale progetto di conoscenza e di sapere ». Una terza gravissima ragione di crisi consiste nel fatto che l'Univerl sità francese (come del resto quella italiana) non è in grado di assicurare un'utilizzazione sociale soddisfacente delle competenze che essa far ... nisce. Gli studenti sono coscienti del fatto che il certificato che l'Università rilascia alla fine del ciclo di studi compiuto è soltanto un pezzo di carta. Sanno che per molti di loro l'inserimento immediato nelle stn1tture produttive del paese è difficile o addirittura impossibile. Che in molti casi si verificherà dopo un periodo più o meno lungo di inattività forzata e che in altri darà luogo a forme di sotto-occupazione più o meno larvata. Inserito in un contesto pieno di stimoli al successo personale e alla promozione sociale, lo studente concepisce fin dal gior110 della sua entrata all't1niversità un senso di frustrazione e dì impotenza molto profondi. Egli si sente uno sradicato. Dispone di tre, quattro, cinque anni di felice incoscienza, ma sa che il ritorno alla realtà sarà molto duro. Di fatto, non ha che due alternative: organizzare la propria vita in vista f della « carriera » (ma questo significa ridurre la propria attività intellettuale, condizionare la propria coscienza morale e rinunciare ai propri ideali). Oppure - seconda alternativa - assumere il rischio di essere costretto a vivere ai margini della società e accettare la condizione di vita del declassato. Si tratta, sotto molti aspetti, di una scelta drammatica. La società sottovaluta le conseguenze psicologiche e gli aspetti tra11matici di questa esperienza. Dovrebbe invece tenerne conto e riflettere attentamente, perché molto spesso è questa esperienza che fa dello stt1dente un essere alienato e, soggettivamente, un rivoluzionario. È senza dubbio un'ironia della sorte che le società « opulente » dell'Occidente, che considerano con un certo disprezzo o con sufficienza l'esperienza politica e culturale della rivoluzione cinese, facciano vivere i proprj figli nella stessa condizione esistenziale vissuta dagli artefici di questa rivoluzione nella Cina violenta, arcaica e condannata dei primi decenni del secolo. Per risolvere il problema della disoccupazione dei laureati, il governo gollista ha adottato una soluzione di tipo malthusiano. Ha cioé istituito all'entrata delle varie facoltà una serie di sbarramenti (esami di ammissione con numero di posti limitato), intendendo, in questo modo, controllare il flusso degli studenti e adeguarlo alle esigenze del si- . sterna economico nelle varie fasi dello sviluppo. Finora questa soluzio·ne 91 BibliotecaGino Bianco l
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