Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

Massimo Galluppi leaders dell'UNEF contano su di essa per fare scattare ad ottobre, al-- l'inizio del prossimo anno accademico, una nuova catena di manifestazioni di massa. Il fatto è che i governi della Q_uinta .Rep1..1bblica,anch.e se hanno investito in assoluto molto più dei governi che li hannno preceduti fino al 1958, non so·no, stati in grado di far fronte alla situazione che si è venuta a creare con il boom demografico esploso all'indomar1i della seconda guerra mondiale. Boom demografico che l1a portato la popolazione studentesca da 170.000 (biennio 1957-1958) a più di 600.000 unità e ha fatto sì che la Francia abbia oggi il doppio degli stude11ti della Repubblica Federale tedesca. La seconda ragione della crisi attuale dell'Università francese è 11el carattere autoritario delle sue strutture. Tutte le decisioni che riguardano l'Università sono prese da organìsmi nei quali gli studenti non so110 rappresentati affatto. Alcune di queste decisioni sfuggono addirittura alla sfera di competenza dell'Università e spettano esclusivamente alla Amministrazione centrale, cioè al Ministère de l'Éducation Nationale. e altre, la maggior parte, sono prese dal corpo dei professori, i quali ostituiscono un'oligarchia chiusa su se stessa, gelosa dei suoi privilegi dotata dj una mentalità profondamente conservatrice. In effetti i proessori sono i veri padroni dell'Università perché ne gestiscono i fondi, etermi11ano il contenuto e -la forma dell'i11segnamento e controllano il eccanismo di riproduzione dei quadri. A questo tipo di gestione dall'alto si deve aggiungere il carattere \ profondamente autoritario del rapporto pedagogico propriamente detto . ., Esattamente come in Italia, l'insegnamento universitario, in Francia, è imperniato sulla lezione ex cathedra e sull'esame. Tutta l'attività universitaria dello studente si articola all'interno di questi due poli: assistere alla lezione, apprendere il contenuto del corso e riprodurlo il più fedelmente possibile all'esame; ed è quasi del tutto priva di contatti umani con i docenti. L'insegnamento ha quindi un carattere repressivo perché non dà la possibilità di coltivare le attitudini personali e non consente uno sviluppo sufficiente delle facoltà creative. Queste deficie11ze no11 so110 dovute soltanto alla scarsità del personale docente (professori e assistenti) e del1le attrezzature didattiche (i locali per i luoghi di incontro e l'organizzazione dell'attività collettiva). Sono anche dov1..1tealla mentalità autoritaria e co,nservatrice dei professori, i quali, come sostiene Paul Ricoeur - professore di filosofia e scienze umane all'Università di Nanterre. - non sono disposti a riconoscere che « l'insegnamento è, sì, una relazione asimmetrica » (il docente porta con sé un bagaglio di cultur'"l e di esperienza e una somma di informazioni superiori .a quelle dello studente), « ma 11011 è affatto una relazione a senso unico ... poicl1é, co1190 BibliotecaGino Bianco

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