Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

OPINIONI E DISSENSI La rivolta degli "arrabbiati ,, di Massimo Galluppi Il tempo cancella i segni della rivoluzione. Sporchi e strappati i manifesti sbiadite le scritte rosse e nere sui muri del Quartiere La- , tino, la rivoluzione è finita. « Dio non è conservatore »: qualcuno lo ha scritto in rue Gay Lussac (ribatt 1 ezzata dagli studenti via « della Comunè del 10-11 maggio»). Certo, Dio non è conservatore, ma quanti sono i francesi disposti a fare la rivoluzione? La normalità è tornata un poco alla volta ed è stato, un ritorno di-- screto e silenzioso al passato. La svolta decisiva è stata il discorso di De Gaulle di giovedì 30 maggio. De Gaulle ha detto : « J e ne demissio1Lnerai pas » e siccome il tono era quello solenne, duro e deciso delle grandi occasioni i milioni di francesi che militano nel « partito dell'ordine » ( trasformatosi per l'occasione in « partito della paura ») han110 tirato un sospiro di sollievo e, ripreso coraggio, sono scesi nelle strade che fino al giorno prima era110 state il regno (contrastato) degli studenti «arrabbiati». Un milione di persone (secondo fonti golliste) dalla Con,- corde all' Étoile, bandiere tricolorii e canti patriottici; proliferazione di Comitati Civici per la « difesa della Repubblica » in tutta la Francia; i ministri gollisti che riacquistano un po' dell'autorità e del prestigio perduti. Poi il lungo week-end della Pentecoste, in una luminosa e dolcissima primavera, con il governo che provvede a riempire i distributori di bertzina e migliaia di automobili sulle strade. A Dauville - scrive il co,rrispondente ,de « Le Monde » - l1e spiagge sono piene, non si trova un buco per dormire nel raggio di 30 km. e gli albergatori che avevano previsto una fine di settimana piuttosto fiacca, si affannano per correre ai ripari. E infine a partire da martedì 4 giugno il fronte dello sciopero che comincia a rompersi: prima i settori pubblici (carbone, E.D.F., P.T.T., S.N.C.F., R.A.T.P.), poi qu,elli privati; e venerdì - 7 giugno - in una Parigi ormai quasi del tutto normale gli autobus e il metrò al loro posto, .ed è il segno che tutto è tornato come prima. In realtà il corpo sociale risent 1 e delle conseguenze del trauma e fatica a chiudere le proprie ferite. A Nanterre, alla Sorbona e in quasi tutte le Università di provincia, gli studenti hanno continuato ad occ1186 Biblioteca Gino Bianco

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