Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

I Il Medio Orien.te un anno dopo lora, tanto meno ci sembra possibile oggi, che le difficoltà so110 certamente aumentate sia per il perdurare del clima di ostilità, sia per la lunga ed efficace scuola di odio alla quale i profughi arabi sono stati « istruiti » durante questi anni, sia, infine, per il loro numero considerevolmente aumentato. A proposito dell'attuale numero dei profughi, sarà bene spendere qualche parola. I portavoce arabi si riferiscono ad oltre un milione di rifugiati e, per l'esattezza, ad 1.250.000. Confessiamo che tanta precisione ci meraviglia, in quanto non ci risulta che sia mai stato possibile fare un censimento veritiero a causa della tendenza alla falsificazione dei dati da parte araba (sia per ottenere maggiori aiuti dall'UNRWA, sia per gonfiare le dimensioni del problema). Pertanto una cifra così elevata, è, in gran parte, il risultato di liste falsificate da cui non so110 cancellati i morti e in ctli sono conteggiati anche gli autoctoni, mai stati in Palestina. Per questi motivi, la stessa UNRWA, indicando in 1.210.000 la cifra dei rifugiati per il 1963, si sentiva in dovere di dichiarare, tramite il suo direttore, che le statistiche riportate erano basate su registri che non riflettevano « le cifre effettive della popolazione dei rifugiati, a causa di fattori quali l'importante numero di morti non segnalate e di false registrazioni impossibili da accertare ». In realtà sull'argomento si conosce con una certa precisione solo il numero di arabi che si irovavano nel paese al tempo· della « spartizione »: numero che, come abbiamo detto, ammontava a circa 800.000 unità. Di questi, dopo il 1948, quasi 200.000 restarono· nel nuovo stato; i rimanenti lasciarono tutto e furono costretti alla penosa condizione di rifugiati. Ora è evidente che questi ultimi 600.000 arabi no.n possono essere raddoppiati; ci sembra più verosimile che essi siano oggi no11 più di 900.000, ,se consideriamo un tasso di accrescimento naturale annuo del 2-2,5%. La cifra, dunque, è pur sempre notevole; ma resta ancora da co,nsiderare, peraltro, che molti dei rifugiati, circa il 50%, si sono economicamente e socialmente integrati nei nuovi paesi. Pertanto, anche se il calcolo può sembrare piuttosto semplicistico, un vero e proprio p,roblema sussiste per non più di mezzo milione di rifugiati, i quali, pur sventurati per la loro sorte, costituiscono, paradossalmente, il gruppo economicamente più fortunato, perché più assistito tra i popoli arabi del Medio Oriente. D'altra parte, durante lo stesso tempo in cui è sorto, si è sviluppato ed aggravato il problema dei profughi arabi, Israele ha assorbito oltre 400.000 profughi ebrei provenienti dai paesi arabi. Pertanto, anziché parlare di un pro~lema di rifugiati arabi si dovrebbe, più a proposito, parlare di uno scambio di popolazioni, analo•go a·d altri cui la seconda guerra 81 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==