• I Le idee del tempo dine formali in cui il paese si è rifugiato soddisfatto per il momento. Ma nessuno vorrà negare che quell'ordin.e e quella tranquillità non appaiono fermenti di avvenire e garanzie del progresso civile e morale del paese, 1na soltanto istanze dello spirito di conservazione e del moderatismo tradizionali. Ed è vero pure che nessuno che abbia lume di ragione politica potrà dare il proprio consenso ai moti studenteschi e operai nella forma in cui si sono svolti in Francia e, meno intensamente, in Italia o alle rivendicazioni anarchiche e perfino scervellate che ne sono scaturite. Ma è vero pure, d'altra parte, che nessuno, che abbia cuore generoso e il senso prof onda dell'importanza fondamentale che nella vita associata hanno le grandi tensioni morali e l'impegno e i sogni e le fantasie e i miti connessi alla speranza di realizzare un più libero ed alto e largo ideale di vita sociale e politica, potrà sottovalutare il significato della presenza nelle nostre piazze di tante folle di giovani urlanti e irragionevoli, 1na fervidi, appunto, di speranze e di ideali. Ecco perché la « contestazione globale », che appare una chiacchierata velleitaria quando è diretta contro la famigerata società dei consumi e l'integrazione nel sistema e così via, può assumere ben altro senso qualora diventi preciso discorso storico e politico sul fonda1nento etico e civile, della società nella quale viviamo. Dobbiamo ricordare che fu proposto alla nostra gioventù, venti o trent'anni or sono, l'ideale della resistenza al nazi-fascismo ed esso fu ascoltato e raccolto; fu poi proposto l'ideale della lotta democratica al totalitarismo comunista (e, da parte comunista, la meta dell'avvento di una società socialista), e a11ch'esso fu ascoltato e raccolto; fu proposto (ideale dell'unità europea democratica (e, da parte comunista, la lotta per la p·ace), e ancora si I trovò ascolto. Ma da alcuni anni a questa parte non siamo più in grado di dare indicazioni di valore paragonabile a queste, mentre con1e nota, dopo tanti altri, anche il Kogan, e co1ne l'esperienza di qitesti ultimi mesi abbondanten1ente dimostra, « i due decenni trascorsi avevano logorato itna serie di miti fioriti nell'immediato dopoguerra» (p. 271). Abbiamo proposto negli ultimi anni l'ideale della « lunga linea grigia >> della democrazia; il richiamo alla ragione, alla positività delle lente e lunghe ma organiche trasformazioni della società civile e politica; l'esaltazione del compromesso (e, magari, senza avvedercene, del trasformismo) con la giustificazione delle esigenze riforn1istiche; i complessi, difficili tormentati e tormentanti discorsi di schieramento, che, comun.qite li si volga, sono sempre piccoli discorsi. Abbiamo creduto di trovare un'ancora di salvezza e un rilancio adeguato, applicando a freddo, con. una meccanicità priva di ogni fantasia e vigore, lo slan·cio e le formule kennediane alla nostra vita politica. Abbiamo fatto dell'on. Moro la fi72 BibliotecaGino Bianco
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