Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

... I Giornale a più voci 5) Medio Tirreno, da Roma alla Calabria: Lazio settentrionale, Campania e Lucania tirrenica; 6) Medio Adriatico: Marche, Abruzzo e Molise; 7) Bas,so Adriatico: P•uglie e Lucania Ionica; 8) Calabria (regione di «peso» circa metà delle altre); 9) Sicilia; 10) Sardegna (regione di «peso» circa metà delle altre). Tuttavia, le Regioni storiche rappresentano .delle realtà innegabili, da cui non si p•uò prescindere, se non si vuole fare un decentramento puramente burocratico o, se si preferisce, tecnocratico. Si pone, quindi, la domanda: perché non pensare a due tipi di Regioni, nat11ralmente con contenuti diversi, ma integrantisi? Le Regioni storiche come grado jntermedio cli gestione democratica del potere, con organi elettivi, funzioni di decentramento amministrativo, ecc.; le Regioni economiche come territori omogenei e coerenti, sedi decentrate di programmazione economica e di pianificazione urbanistica (da articolarsi ulteriormente nei « comprensori») gestite da organi prevalentemente tecnici coordinati con gli uffici nazionali dei rispettivi piani. Troppa complessità, possibilità di interferenza di poteri, confusione? O non invece maggiore chiarezza, maggiore aderenza ad una realtà che è complessa in sé, maggiori possibilità di controllo reciproco, maggiore efficienza nei rispettivi compiti di competenza, minori possibilità di eccessi di potere locale e d contrapposizione al potere centrale? Ai tre livelli di potere: centrale, regionale, comunale corrisponderebbero tre livelli di pianificazione: nazionale, regionale, comprensoriale. Ogni piano dovrebbe essere approvato non solo dall'organo tecnico superiore, ma anche da quello amministrativo di livello pari e superiore. Il programma economico o piano territoriale di una Regione che interessa due o più Regioni amministrative dovrebbe essere approvato da tutte le Regioni interessate (così come quello comprensoriale da tutti i Comuni del comprensorio): non sarebbe questa la migliore garanzia contro le temute chiusure locali, le autarchie e gli egoismi regionali o di campanile? GIACOMO TORELLI 67 Bib iotecaGino Bianco

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