Mario Canino ed è confortante che fra esse figuri anche il principale istituto di credito del Mezzogiom·o. Necessita però che questi avvenimenti non rimangano episodici, ma s1 estendano a un sempre maggiore numero di banche. Ma,· perché ciò avvenga in modo ordinato e senza scosse, occorre che questo rinnovamento del sistema venga inquadrato in un nuovo assetto che costituisca la cornice istituzionale dell:a rinnovata funzio,ne creditizia. E non si venga a dire di non cambiare il quadro• istituzionale attuale, invocando la solita ortodossia bancaria, perché tutto ciò varrebbe solo se 110n si fosse avviato quel processo di sn.aturamento che ci siamo· sforzati di evidenziare più sopra. Per una seria politica di sviluppo occorrono le società finanziarie che sole possono fornire quel capitale di rischio di cui si sente tanto il bisogno. Solo così si potrà evitare di ripetere lo stesso errore del 1953, quando si credette sufficiente la creazione o il potenziamento degli istituti speciali di credito per avviare l'industrializzazione del Mezzogiorno. Ma le società fmanzia:riie debbono scaturire, l'abbiamo già detto, dallo• stesso sistema creditizio, perché attualmente questo è l'unico - in assenza di un efficiente mercato mobiliare, specie nel Sud - che funga da tramite fra il risparmio liquido e gli investimenti, si.a direttamente attraverso la politica dei rinnovi delle linee di credito a breve termine, sia indirettamente fornendo agli istit11ti speciali di credito, con l'acquisto dei loro titoli, i mezzi necessari alla poiitica di industrializzazione delle aree depresse. È necessario cioè che le banche stesse promuovano· idonee istituzioni e che il pubblico se ne interessi direttamente. Ma la creazione di tali istituzioni e il loro funzionamento presuppongono l'appoggio continuo di un efficiente sistema credit·izio locale che possa convogliare, essendovi direttamente interessato, quote di r.isparmio, normalmente sottratte ,al breve termine. È nell'apparato creditizio locale che debbono - a nostro avviso - facilitarsi le fusioni, le concentrazioni e le collaborazioni sempre più vaste propugnate dal Governatore Carli. Ciò che occorre fare è chiaro, e gli esemp•i in Italia non mancano. L'Istituto San Paolo di Torino, pur nel rispetto dei limiti istituzionali, ha dato vita - da solo o in collaborazione - a società specializzate autonome: il Medio Credito Piemontese per i finanziamenti a medio termine, la Finanziaria Regionale Piemontese per le partecipazioni alle medie e piccole imprese, la Locat per per l'esercizio del leasing e la Fiduciaria San Paolo per la partecip 1 azione ai fondi comuni di investimento. È appunto a tale tipo di collaborazione che potrebbero essere chiamate le isti,tuzio,ni centralizzatrici che dovranno sorgere dalle fu,sioni e dalle concentrazioni, sop,rattutto perché la novità dei campi d'azione che si schiuderanno a questi nuovi organ 1 ismi, comporta una misurata cautela nella gestione aziendale, che solo la grande esperienza degli istituti di credito a carattere nazionale, può assicurare. MARIO CANINO 64 BibliotecaGino Bianco
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