Mario Canino Di fronte a una simile problematica ci sembra quindi indispensabile andare a ritroso nel tempo - sia pur fugacemente - per cogliere nella s1.1a essenza la genesi dell'attuale st1uttura creditizia. Com'è noto, il nostro paese si è affacoiato, éon mòlto ritardo nell'èra industriale e, quando lo ha fatto, l'industria nascente è stata, da un lato, protetta con alti dazi doganali e, dall'altro, sostenuta finanziariamente dalla banca mista. La difficoltà di conversione da un'economia di guerra a una economia di pace dopo la prima guerra mondiale, e la conseguente crisi mondiale degli an.ni trenta portarono alla crisi dell'app,arato industriale, delle banche miste che lo ·sorreggevano e, in definitiva, di tutto il sistema credi tizio italiano. Dopo anni di dibattiti e di a1nare esperienze, nel 1936 vide la luce la legge che sanciva la nascita dell'attuale struttura creditizia italiana, basata sulla netta separazione del credito a breve termine da quello a medio e lungo termine e sul divieto quasi assoluto di partecipazio,ne diretta all'investimento mobiliare. La banca mista, levatrice della nostra industria, era scomparsa per sempre e va riconosciuto che il sistema creditizio originato dal suo fallimento ha risposto, alla prova dei fatti, alle esigenze per le quali era stato creato e ha sorretto l'economia italiana fino a oggi, anche se bisogna allo stesso tempo considerare che in quest'ultimo decennio la rigida distinzione sulla quale era stato basato ,si è ve11uta lentamente sbiadendo. L'impiego in operazioni di prestito non strettamente commerciali di buna parte dei fondi raccolti a breve termine dalle banche è diventata una pratica ormai consolidata. Attraverso la politica dei rinnovi, gran parte delle linee di credito concesse a breve termine vengono a con-figurarsi co,me operazioni di medio termine, nel senso che non sono liquidabili nel giro di un anno,. D'altra parte, il saggio di accrescimento dei depo,siti risulta in , genere maggiore del tasso di incremento del reddito nazJio,nale, con il cl1e lo sviluppo degli imp1 ieghi bancari stenta a tenere il passo co,n quello della raccolta, per cui ne risulta del tutto naturale che negli impieghi ,delle banche si faccia largo posto ai titoli pubblici, o,ltre che alle operazioni non strettamente commerciali. Ciò ha po,rtato in definitiva a un'attenuazione dei caratteri di specializzazione, che erano stati. delineati nella riforma del 1936. D'altro canto, attraverso lo sviluppo capillare del sistema bancario, la generalità dei membri di una collettività è ·sempre p1 iù sollecitata a valersi dei molteplici servizi che una banca moderna è in grado di offrire sotto la spinta della crescente integrazione dei mercani, dell'accresciuta velocità dei trasporti e del potenziamento, in genere, dei mezzi di comunicazione. Ma tutto ciò comporta l'assidua ricerca di una dimensione aziendale ottima per il contenimento del costo amministrativo globale dell'operazione di credito - e quindi non solo del tasso di interesse applicato alla stessa - insieme a un necessario snellimento delle procedure, che può essere attuato solo mediante una più moderna impostazione dell'attività bancaria. 62 BibliotecaGino Bianco -
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