Antonino Portale menta tutt'altro che « allegre»: ma risponde altresì, nelle sue grandi linee, da una parte ad una pur non co·ordinata e non sufficiente, ma tuttav1a valida, selettività degli impieghi a maggior soddisfacimento ~'esigenze pubbliche, della collettività; e d'altra p1 arte obbedisce alle esigenze primarie di soddisfacimento di una sfera considerevolmente più diffusa di bisogni elementari, di necessità strutturali di base. Ciò non vuol dire, d'al·tJra parte, come frettolosamente si potrebbe esser tentati di concludere (ma come responsabilmente « non si deve »), che non vi sia alcunché da correggere, e che il Sud per ampliare la dotazione di risorse disponibili per gli investimenti non abbia altro da fare che ricorrere al muro del pianto, e postulare soltanto ulteriori accrescimenti dei trasferimenti di ricchezza dal resto d'Italia. Certo,, continuare - ed accentuare - la politica meridionalista nazionale è necessario, anzi indispensabile: con l'inevitabile corollario di nuovi sostegni della collettività allo sviluppo di quella parte di se stessa che è ancora su livelli econo,mici e sociali in ritardo rispetto alla media nazionale. Ma ciò no·n vuol dire che il Sud debba attendersi passivamente ogni aiuto dall'esterno, senza recare tutto il proprio possibile contributo al processo di rinascita meridionale. E soprattutto, senza cercare di utilizzare nel migliore dei modi le risorse di cui disp·onga, in termini t1 anto di reddito proprio quanto di quei trasferimenti di ricchezza dal resto del Paese chè debbono esser destinati al principale scopo di creare autonomamente altra ricchezza, e non di alimentare soltanto redditi finali e consumi. Si è visto, è vero, che l'amministrazione delle risorse meridionali risponde nelle grandi linee ad un processo di ripartizione sostanzialmente equo, specialmente nel contesto di un sistema economico depresso che pone esigenze e problemi pressanti e particolari innanzi alle scelte ammi·nistrative della collettività. E tuttavia esistono indubitabi:lmente concrete possibilità di razionalizzazione e di qualificazio 1 ne delle forme di utilizzo delle risorse dispo,nibili - sia nell'ambito dei consumi che in quello degli investimenti - che consentirebbero di accelerare e di massimizzare i risultati conseguibili ai fini del riequilibrio delle strutture socio-economiche meridionali rispetto, alla media nazionale. Il Mezzogiorno dunque non può in alcun caso esser accusato di dilapidare o di disperdere in consumi eccessivi ]a ricchezza nazionale ad esso trasferita: anzi, la grande struttL1ra della ripartizione delle risorse e quella più particolare della destinazione interna dei consumi indicano che sosta,nzialmente l'utilizzo dei beni e dei servizi risponde ad un impegno razionalmente valido, in relazione ai bisogni primari e reali delle aree depresse meridionali. E tuttavia nell'ambito stesso di questa struttura dell'impiego delle risorse è possibile, è doverosa anzi una crescente razionalizzazione di tutte le ragioni di spesa, perché questa assuma le caratteristiche più validamente e permanentemente p•roduttivistiche possibile. Questo soltanto può esser oggi - nella povertà sostanziale delle risorse 60 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==