Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

Antonirio Portale dei consumi indica chiaramente che la destinazione a tal fine nel Sud di una quota eccessiva di risorse è in gran parte solo apparente; è facile infatti considerare che se nel 1963 la quota di risorse dispo,nibili destinata ai consumi è stata nel Mezzogiorno del 77,0% (mentre in Italia fu del 75,7% e nel Nord del 72,6%), di essa soltanto il 60,7% (contro il 62,4% in tutta Italia e il 61,2% nel Nord) è stato di pertinenza di privati: ha riguardato cioè consumi di interesse particolare; per contro, il 16,3% (contro il 13,3% in tutta Italia e solo 1'11,4% al Nord) è stato destinato a consumi pubb,lici, cioè a consumi di interesse collettivo. Il fenomeno si è poi rip,etuto ed accentuato negli aru:ii successivi, e nel 1966 i consumi privati asso,rbivano al Sud il 64,1% delle risorse disponibili, in tutta Italia i1 l 65,4% e nel Nord il 65,0%; i consumi pubblici, per contro, rispettiva.mente il 16,8%, il 13,9% ed il 12,1%. È evidente dunque non solo che il Sud dispone di minori risorse ed è più estesamente popolato, ma po,iché ha maggiori bisogni collettivi insoddisfatti, destina una maggio,r pa,rte delle risorse assorbite dai consumi a quelli pubblici: cioè al soddisfacimento di quelle esigenze della collettività che nella sua area restano inadeguatamente affrontate e soddisfatte, e che so1 no incomprimibili se si vuol dare una dimen,sione civile a « tutta » la società meridio,nale. Al tempo stesso, il Mezzogiorno riserva ai consumi privati --- cioè, ripetiamo, a co,nsumi d'interesse realmente particolare - soltanto una quota delle proprie già scarse risorse disponibili inferiore a quella ad essi destinata nel resto d'Italia e nelle regioni più sviluppate del No:rid (malgrado, si ricordi ancora, la maggior densità demografica). È già evidente da ciò che i consumi privati non nascono nel Sud da propensioni eccessive al benessere. Anzi, essi provengono i1 n parte preponderante dal soddisfacimento di bisogni primari fondamentali ed insopprimibili: del che è possibile trovare una riprova decisiva nella considerazione ulteriormente approfondita della stn1ttura dei consumi, e principalmente dei consumi privati. Del totale di questi ultimi, infatti, nel 1963 il Sud ha destinato il 48,1 g1> app·unto al soddisfacimento dei bisogni più elementari, di base, e cioè l'alimentazione e le bevande; al tempo stesso, al medesimo settore in tutta Italia era riservato il 42,7% dei consumi, e nelle regioni più sviluppate del Nord 1 appen·a il 39,4%: una differenza ben evidente, rispetto al 48,1 % del Sud. Negli anni successivi la situazione ha segnato qualche modificaz,ione, sia al Sud che al Nord e in tutta Italia, ma non ha subito so·stanziali differenziazioni rispetto ai rapporti precedenti: anzi, si sono accentuate le sperequazioni, poiché nel 1966 alimenti e bevande hanno assorbito nel Sud il 46,9% dei consumi privati, ma in tutta Italia il 41,9% e nel Nord soltanto il 38,8%; sì che è agevole rilevare come, mentre lo scarto fra Nord e Sud nel 1963 era cli 8,7 punti, esso sia ,poi salito a 12,1 nel 1966: il cl1e indica che al Nord i consumi non al~mentari (q_uelli cioè favoriti da un tenore di vita di più elevato livello) crescono più velocemente che nel Sud. 58 BibliotecaGino Bianco ......

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