Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

Note della Redazione impianti moderni, alto grado di meccanizzazione ecc. e che poi hanno subìto un rapido declino per le difficoltà d'inserimento in un mercato saldamente presidiato, o per la mancata assegnazione di commesse e simili. Nella maggior parte dei casi tali sfortunate iniziative avevano realizzato impianti moderni e molto meccanizzati grazie alle agevolazioni previste dalle leggi per il Mezzogiorno; o,nde, in definitiv.a, buona parte del danno derivante dal loro insuccesso è ricaduto appunto sugli organismi meridionalistici. Il problema sollevato dal corrispondente di « Mondo Economico » offre parecchi spunti di meditazione ai responsabili della po.Zitica meridionalista. In particolare, ci sembra che le argomentazioni circa la capacità delle aziende nascenti di portare avanti una strategia di marketin,g contemporaneamente alla strategia della pro•duzione pro-capite debba essere attentamente valutata dagli istituti del credito agevolato e dalla stessa Cassa. E lo I asm, in quanto istituto di promozione e di consulenza, dedicando· una attenzione ancor maggiore ai problemi di mercato, potrà essere anche in quest'ambito consigliere prezioso degli altri istituti meridionalistici, da un lato, e degli imprenditori meridionali, ~all'altro. A proposito dei problemi di mercato, ci viene in mente subito una situazione connessa ad un esempio di crisi aziendale che potrebbe venire assunta come esempio. A San Giorgio a Cremano, presso Napoli, c'è una industria di elettrodomestici, la CGE, che s'avvia ad una dolorosa chiusura (salvo che non si abbiano, come ci augitriamo, gli interventi che da più parti vengono sollecitati in questi giorni). È possibile allora la nascita di una grande aziende pr,oduttrice di elettrodomestici nel polo pugliese (così come è stato ipotizzato) quando un'azienda similare del Napoletano si trova irn difficoltà per ragioni di mercato? È un quesito questo, che, ovviamente, sta in piedi se, come si è sentito, le difficoltà dell'azienda napoletana dipendono dal mercato, e non da altre ragioni, legate a specifiche situazioni aziend(1li. Comunque sia, nel discorso fatto su « Mondo Econo1nico » - discorso che pur ci è sembrato interessante e accettabile come monito· - ci sono alcuni risvolti che inducono• a qualche perplessità. Non vorremmo, in particolare, che il problema della distribuzione dei man,ufatti meridionali e del valido inserimento nei mercati delle pro·duzioni di aziende del Mezzogiorno divenisse uno di quei « discorsi-alibi » che con pertinacia vengono sempre riproposti in forma nuova per infirmare l'una o l'altra tesi a favore dell'impegno meridionalistico, per rallentare l'ttna o l'altra iniziativa per l'industria-4. lizzazione meridionale, per rimettere in discussione questo o quel provvedimento d'intervento nel Sud. Non vorremmo, ancora, che dopo aver ascoltato per anni discorsi sulla debole produttività delle aziende meridionali, onde la necessità di concentrare gli sforzi nel triangolo settentrionale al fine di garantire competitività al sistema economico nazionale, ci tocchi ora di ascoltare discorsi in cui si riconosce, sì, la buona produttività delle aziende meridionali, ma si avanzano dubbi sulla validità di iniziative in certi settori industriali del Mezzogiorno in nome delle ragioni di mercato. Le nostre perplessità e i nostri sospetti non riguardano ovviamente 52 ..... BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==