Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

I ·' Editoriale La reazione contro il « disimpegno » dei socialisti è veramente fortissima ed' è venuta assumendo toni di indignazione: lo abbiamo· potuto constatare non solo a Napoli, ma anche e soprattutto a Milano ed a Roma. Del resto, per convincersene, basta registrare le solite conversazioni che capita di ascoltare sui treni, nei caffè, davanti alle edicole dei giornalai e magari sugli stabilimenti balneari. È una reazione, tra l'altro, molto estesa: perché, a commentare con riprovazione il « disimpegno » dei socialisti, sono tutti coloro che hanno votato per il centro-sinistra, ed in pri1no luogo naturalmente proprio coloro che ha11no votato per il PSU (non è poi detto che, fra i più indignati per il «disimpegno» socialista, non vi siano anche elettori che hanno votato addirittura per i comitnisti, riten.endo garantita la stabilità del governo dalla sicura maggioranza di ceritro-sinistra: questi elettori sono forse assai più numerosi di qitarito non si creda). A sondare poi la profondità di questa reazione, c'è da rimanere norz meno i1npressionati di quanto si resta dopo averne misurato l'estensione: i discorsi che si fanno rievocano tutta la lunga storia dell'impotenza massimalista e della rissa frazionistica dei socialisti, con particolari riferimenti alle conseguenze che l'una e l'altra hantio avuto nel primo dopoguerra. Ci sarà certo anche una buona dose di qitalunquismo nel modo co1ne qua e là si esprime la reazione dell'opinione pubblica nei confronti della linea del « disimpegno>> fatta valere tra i socialisti da De Martino e da Tanassi; ma è d'altra parte significativo che, come si getta la croce addosso ai fautori del « disinipegno », così con grande rispetto si parla di Nenni e a Nenni si affidano le speranze di un rinsavimento dei socialisti, di « questi socialisti che sono sempre gli stessi ». Ora, il fatto che si distig·ua tra la posizione di Nenni e quella dei fautori del « disimpegno », che si getti la croce su questi ultimi e che si levi sugli scudi il nome del più autorevole leader socialista, caratterizza la reazione dell'opinione pubblica - quali che siano gli accenti con la quale essa si esprime - in senso tutt'altro che qualunquistico. La verità è che non si possono assolvere, o anche soltanto giustificare, i responsabili di un'azione che apre un vuoto, che non prospetta alternativa, che mette in discussione la s:tessa stabilità politica che il paese era riuscito a conseguite con la IV Legislatitra. Tanto più che, in qitalificati ambienti socialisti, abbiamo sentito portare, a giustificazione 3 BibliotecaGino Bianco

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