Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

... Giuseppe Galasso zione non è giusta. È dunque sbagliata la chiusura settaria che isola l'avanguardia dalla realtà e dalle masse, ed è sbagliato l'opportunismo, che fa perdere all'avanguardia rivoluzionaria la sua qualità di organizzazione unita, compatta, capace di combattere. È da resp,ingere il frazionismo, perché può servire soltanto a spezzare o indebolire l'unità dell'avanguardia della classe operaia nell'azione. Sono da respingere le forme larvate del frazionismo, quale è la richiesta dello scontro perpetuo 11el partito di gruppi contrapposti, fautori di posizioni politiche diverse. Questa richiesta in parte è incomp,rensibile, in parte assurda. Se infatti i compagni che avanzano questa rivendicazione sentono soltanto il bisogno di una più vivace elaborazione polemica di determinate nostre questioni, la loro richiesta è superflua. Abbiamo infatti sempre ammesso e stimolato la discussione. Quando a proposito di certe dottrine scientifiche - della biologia, per esempio - che venivano sostenute da comunisti in altri paesi sono sorti dubbi in compagni nostri, che sono valorosi scienziati di questo campo, abbiamo detto loro di riunirsi, discutere, dire tutto quello che pensavano. Sulla rivista ideologica del partito sempre vi è stata porta aperta alle discussioni. Non solo, ma quando il partito prende una posizione nuova e difficile, da cui discendono nuovi compiti, sempre si invitano i compagni delle cellule, delle sezioni, dei comitati direttivi di federazione, a riunirsi e a dibattere le cose, perché soltanto attraverso la riunione e il dibattito si riesce a comprendere a fondo quello che si deve fare e la linea politica diventa davvero patrimonio del ,partito. Non capisco quindi, sotto questa visuale, la rivendicazione che qualcuno avanza. La ritengo però assurda, d'altra parte, se vuol significare che si debba favo- . rire o consentire nel partito la cristallizzazione di posizioni. opposte, che si dovrebbero riprodurre in tutti i momenti della vita del partito. Q,uesto è un assurdo da respingere, perché contrario ai nostri principi di organizzazione di lavoro, sui quali è stato costruito ed è andato avanti bene il partito » 29. In realtà sia la dichiarazione statutaria dell'8° congresso che la replica di Togliatti venivano incontro, con alcune chiarificazioni postume, al fermento diffusosi nel partito in conseguenza degli avvenimenti del 1956, ma anche come conseguenza della teorizzazione che il partito aveva fatto, negli anni precedenti, della « via italiana al socialismo », del suo carattere di partito costituzionale e dei suoi impegni democratici, e come co·nseguenza dell'orientamento culturale generale legato allo storicismo gramsciano. La prassi del PCI negli anni fra il 1944 e il 1956 era stata costantemente volta alla· repressione no,n solo di o,gni _ dissidenza organizzata all'interno del partito, ma anche del semplice jus murmurandi dei singoli. Era stata, cioè, una prassi che aveva proseguito nella maniera più stretta la tradizione del comunismo stalinista prebellico. In questa prassi la lotta contro il frazionismo significava in concreto una costa,nte rivendicazione del monopolio della direzione del movimento all'oligarchia che se ·ne era trovata a C'1:PO nelle svolte decisive intorno al 1930, e l'assunzione del metodo della cooptazione 29 VIII Congresso, cit ... p. 996 e pp. 548-549t 36 BibliotecaGino Bianco

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