• Il PCI in itna fase di transizione del modo come si sviluppa internazionalmente la lotta di classe. Ma se è vero questo -- e io credo che sia vero - di qui deriva che è nostro compito acquistare quella capacità ideologica, politica e di organizzazione che è dettata dalle particolarità, tradizioni e condizioni del paese nostro, d1 sviluppo della democrazia e di lotta per la realizzazione delle più avanzate riforme democratiche e per il socialismo. Questo compito non potremo as- · solverlo se il lavoro ideologico del nostro partito non diventa qualche cosa di collettivo, qualche cosa cui diano un contributo i quadri vecchi e nuovi del partito; cioè se nel partito non ci si mette a studiare di più. E che cosa bisogna stuaìàreTPrima dì- ogni -altra cosa T51sogna stuàtare ~uella che è la nostra dottrina fondamentale, la dottrina politica della classe operaia: il marxismo, il leninismo, bussola che ci ha diretto per venti anni della nostra storia e che ci dirigerà ancora per trovare la strada giusta, la strada italiana della lotta per la democrazia e il socialismo. Anche il marxismo e il leninismo, però, dovranno essere studiati bene, non per apprendere formule astratte, ma per imparare a distinguere una situazione dall'altra, per vedere come in situazioni diverse abbiano saputo muoversi i grandi maestri della politica proletaria, da Marx a Engels, a Lenin e a Stalin, per imparare l'arte difficilissima di cogliere il generale e il particolare e di adeguarsi a quest'ultimo senza perdere di vista mai le mete supreme. Oltre a questo ritengo necessario che la formazione ideologica dei nostri quadri vada anche in altre due direzioni: la prima è quella dello studio più approfondito della storia del nostro paese, che noi non conosciamo abbastanza, che le giovani generazioni ignorano completamente o quasi, perché l'hanno appresa soltanto attraverso le falsificazioni retoriche, idealistiche, monarchiche, nazionalistiche e via dicendo. Dobbiamo ristabilire la verità, imparare come la storia del nostro paese è storia di lotte di classe e individuare attraverso queste lotte lo sforzo democratico delle forze avanzate, progressive, della borghesia prima, poi dei contadini, degli operai, ecc. per riuscire a democratizzare l'Italia. Quindi dobbiamo individuare esattamente quali sono le tradizioni nazionali che noi continuiamo e quali sono quelle che respingiamo perché non sono nostre, perché sono ancora oggi una palla di piombo legata al piede del popolo italiano, e particolarmente un peso morto che impedisce a una parte molto grande degli intellettuali di progredire, di accostarsi alla classe operaia, di esercitare una funzione progressiva nello sviluppo della lotta politica. La seconda direzione in cui deve pure muoversi la formazione ideologica dei nostri quadri è quella dello studio approfondito dell'esperienza internazionale del movimento operaio e del movimento comunista, prima di questa ultima grande guerra, durante e dopo di essa» 25. Abbiamo qui, dunque, una sorta di « ideologia dell'ideologia », nella quale all'ideologia viene riconosciuto un ruolo primario e insostituibile come elemento di determinazione della fisionomia del partito. Essa· viene definita come studio di aspetti dottrinari e storici (il marxismo e il leninismo, le tradizioni nazionali italiane, la storia contemporanea del movimento comunista) coordinati tra loro e con il movimento sto~ 2s I vi, pp. 191-193. 33 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==