Giuseppe Galasso e da forza di potere rappresenta, infatti, un'altra delle caratteristiche dell'elaborazione comunista in Italia in questi anni; ed essa, costringendo il partito a muoversi in più direzioni, ha contribuito non poco a determinare alcuni degli aspetti maggiormente oscillanti, se no·n proprio con·traddittori della sua ideologia. Tipico, in questo senso, l'atteggiamento assunto rispetto al problema del laicismo e dei rapporti fra lo Stato e la Chiesa: aitteggiamento che, tra molte opposte articolazioni n·ella pratica e nelle polemiche politiche, è stato, tuttavia, rivolto da un lato, a superare « i limiti di origine borghese, e di natura piccolo--borghese, dell'anticlericalismo e del laicismo di vecchio tipo » e ad affermare « il valore di rottura, rivoluzio11ario, dell'apertura verso le masse ca,ttoliche, non solo sul piano delle rivendicazioni immediate di classe, ma anche su qt1ello politico, in una visione marxista dello sviluppo sto.rico »; e, dall'altro! lato, a ribadire « il valore di un ' laicismo' correttamente inteso » 1 ·.,_ Sullo sfondo di queste scelte strategiche - « funzio·ne propulsiva e dirigente... alla classe operaia, come forza " capace di costruire attorno a sé l'alleanza di tutti gli altri strati della popolazione lavoratrice, dei ceti medi produttivi, dell'intellettualità progressiva »; « unità della classe op,eraia, sul piano rivendicativo e sindacale, sul piano politico e su quello ideale, (come) 1nomento necessario e centrale della più larga unità tra tutte le forze e correnti democratiche e progressive»; necessità di muoversi perciò in molte direzioni (forze o·peraie e popolari socialiste, cattoliche, laiche, democratiche e « anche ... forze in qualche misura, e per qualche asp·etto, democratiche e progressive laiche, anche se non proletarie, piccolo borghesi e persino borghesi ») con « la preoccupazio,ne di ,,olgersi a costruire l'unità e a ricercare punti di convergenza in tutte qu·este direzioni, attraverso un'azione complessa» 17 , - il PCI ha quindi disegnato la sua tattica politica anche dopo il 1948. Se nel 7° congresso (1951) gli accenti di opposizione e di lotta avevano ancora una larga prevalenza, nell'8° congresso (1956) c'era già un esplicito accenno alla possibilità di appo·ggio del PCI a schieramenti di governo che fossero ·caratterizzati anche soltanto da un principio di nuovi orientamenti nel campo della politica estera. Nel 9° co·ngresso (1960) diventava più pregnante e più complesso il discorso sulla « nuova maggioranza », intesa come schieramento di un vasto arco di forze di sinistra cattoliche e laiche, conseguente alla « rottura del monopolio politico della Democrazia cristiana, acco1npagnata da un ritorno di questo partito o di una parte di esso e dei suoi dirigenti al terreno 16 lvi. 11 Ivi, pp. 17-18. 28 BibliotecaGino Bianco
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