Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

Giuseppe Galasso raneamente alla p•osizione classista del ·PCI sul terzo, dei pr~blemi sopra accennati, che si può .esprimere come problema dell'alleanza tra classe operaia del Nord e classi contadine del Sud: impostazione territo·riale che, malgrado i molti progressi segnati nella geografia economica e sociale dell'Italia dopo la seconda guerra mondiale, non ha ancora perduto la sua validità. ) Rispetto a ques ~o problema, la posizione di partenza del PCI era .. ! lo schema gramsciano, secondo il quale l'alleanza tra operai del No1 rd · e contadini del Sud era la chiave per avviare un'opera radicale di sovversione del « blocco storico » (industriali del -Nord e agrari del j Sud) su cui gli appariva fo,ndato lo stato italiano u11itario. Ma già una risoluzione dell'8 ottobre 1946 parlava di un'« opera di mobilitazione ed organizzazione degli o,perai, dei contadini, degli i1npiegati ed intellettuali e delle masse popolari nella lotta per il miglioramento delle co•ndizioni di vita dei lavoratori » in vista del « rafforzamento delle posizioni democratiche nell'Italia meridionale» 12 • Con ciò sia l'impostazione rivoluf zionaria che quella classista dello schema gramsciano venivano risolte ;n·el più ampio, discorso che il PCI aveva avviato, con la fine della / seconda guerra mondiale, sulle alleanze di classe del movimento comunista e operaio. Nel suo discorso di Firenze del 10 gennaio 1947 Togliatti si spingeva fino ad affermare che « i· compagni del Mezzogiorno ..., devono stare attenti anche alla direzione che danno al movimento per la occupazione delle terre. Questo movimento deve essere diretto contro il grande proprietario assenteista in prima linea, contro la economia di tipo feudale, ma non contro la piccola e media proprietà, anche se qualche volta questa piccola e media proprietà, fa capo a elementi di media borghesia cl1e vivono in città e affittano un fo·ndo, a qualche chilometro dall'abitato. Questo piccolo e medio borghese che a volte è un professionista il quale vive della propria attività intellettuale nel centro urbano 1 , quasi sempre può diventare un nostro alleato, a patto che noi no•n lo respingiamo con una azione la quale non tenga co•nto delle particolari cond_izioni e della particolare struttura della città e delle campagne in tutta una serie di province dell'Italia meridionale. Occorre che la nostra azione si adegui sempre alle condizioni obiettive, perseguendo] in modo conseguente lo scopo di allargare i confini della democrazia, il che vuol dire, in sostanza, conquistare nuovi alleati per la trasformazione democratica del paese » 13 • La più recente p,resa di posizio·ne congressuale del PCI, quella del 10° congresso su « il PCI e la battaglia meridionalista», afferma che 12 Cfr. La politica dei comunisti dal quinto al sesto congresso, -cit., p. 126. 13 « Critica marxista>>, 2 (1%4), nn. 4-5, p. 179. 26· BibliotecaGino Bianco ......

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