.. Il PCI in una fase di transizione interessati non soltanto gli operai, o i braccianti, ma tutti i lavoratori, e ... vi sono interessati in modo particolare i gruppi del cosiddetto ceto medio. Gli operai e i braccianti, infatti, cioè gli elementi proletari tra i lavoratori, avrebbero sempre la risorsa di difendere il loro livello di esistenza con lo sciopero, che è un'arma molto efficace, mentre per il ceto medio questa possibilità non esiste. Il giorno che avessero preso ancora una volta il sopravvento i vecchi gruppi plutocratici, la sorte del ceto medio sarebbe quella di essere ancora una volta schiacciato economicamente e di vedere ancora una volta calpestati da bande di filibustieri e di malandrini tutti gli ideali in cui crede. Perciò la collaborazione stretta tra i lavoratori di idee più avanzate e quelli del ceto medio è indispensabile non soltanto per il bene del paese, ma per la migliore tutela degli interessi stessi del medio ceto» 11. Questa così ampia e articolata teorizzazione togliattiana non sarebbe comprensibile e giustificabile se non rientrasse nel quadro dell'intera strategia scelta dal PCI a base della sua azione. Con essa, però, non siamo di fro,nte ad una mera applicazione dello schema della « via italiana al socialismo ». La dottrina dell'alleanza necessaria e possibile tra classe operaia e i vari elementi della Mittelklasse è una dottrina che va al di là di quello schema, come è provato anche dal fatto che contro di essa è venuta a convergere non poche volte sia la critica di coloro che non accettavano affatto la « via italiana » e la congiunta teoria della molteplicità delle vie di risoluzio-ne del capitalismo nel socialismo, sia la critica di colo1 ro che, pur accettando la « via italiana », ne desideravano una versione più classista, più operaistica, e parlano, in un tono tutto particolare, dell' « imborghesimento » del partito. Infatti, la dottrina della possibile e necessaria alleanza con i 4.eti medi è piuttosto legata agli schemi del « fronte popolare » e all'esperienza compiuta dal PCI durante la Resistenza nei Comitati di Liberazione Nazionale. Si deve, perciò, dire che, da più di un punto di vista, essa precede la stessa elaborazione della teoria di una « via italiana »; e forse non si può neppure negare che, con la formulazione di tale teoria, essa è venuta passando un po' in ombra. Da punto di partenza per l'elaborazione di una strategia comunista in Italia dà l'impressione di essere diventata u11a nat11rale conseguenza della scelta della « via italiana », , venendo assorbita nel discorso sulla « funzione nazio,nale » del partito. Ad ogni modo, anche posta relativamente in ombra come tale, la dottrina dell'alleanza tra classe operaia e ceti medi è rimasta, nella formulazione togliattiana del 1946, tra i punti-base dell'elabo·razio·ne ideologica del PCI negli ultimi venti anni. Ad essa è anzi intimamente legata la modifica apportata contempo11 « Critica marxista», 2 (1964), nn. 4-5, pp. 130 segg. 25 BibliotecaGino Bianco
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