Il PCI ù1 una fase di transizione sono la base di questo movimento. Oggi si può bensì affermare che determinate posizioni ideali e determinate affermazioni di principio abbiano un valore particolare per definire la posizione politica di certi grup 1 pi intellettuali, più addestrati a seguire il corso delle idee che a scoprire la relazione che passa tra queste e la realtà dei rapporti sociali; si può anche constatare come la parte generale, e per così dire ideale, dei programmi politici, abbia un particolare valore per quegli strati intermedi cittadini che più sentono l'influenza delle correnti di pensiero, per cui sembra alle volte (ma non è vero), che non la loro posizione nella società, ma soltanto la loro coscienza determini il loro movimento. Ammesso tutto questo, però, è un madornale errore storico e politico attribuire al cosiddetto 'ceto medio' il regno delle idee o dei princip,i universali, così Arrigo Heine attribuiva ai tedeschi il regno delle nuvole, mentre di queste idee universali sono assertori a volta a volta, nei differenti periodi storici, quei gruppi sociali, quei partiti politici o quegli uomini che si collocano alla punta del combattimento per il rinnovamento rivoluzionario della società e degli Stati. .. 'Ceto medio', come dicono le parole, dovrebbe essere uno strato sociale che si colloca tra i due estremi della scala, comprendendo coloro che stanno in mezzo, fra chi è salariato e chi è proprietario di mezzi di produzione cioè capitalista, e non sono quindi né l'una né l'altra di queste due cose. La nozione di ceto medio, così spiegata, è abbastanza chiara; è ricchissima però di contenuto concreto. Tra chi è salariato e chi è capitalista si colloca infatti una gamma molto numerosa di gruppi sociali. Ap-- partengono quindi al ceto medio il mezzadro, e il fittavolo che non sono proprietari di terra e per avere la terra pagano la rendita fondiaria, ma in pari tempo non sono salariati. Appartiene al ceto medio il piccolo e medio proprietario, che possiede sì la terra che coltiva, ma non può essere classificato tra i capitalisti e i grandi proprietari fondiari che stanno alla superiore estremità della scala sociale. Vi sono poi i gruppi intermedi cittadini, essi pure assai variati, dai commercianti piccoli e medi agli esercenti, agli artigiani, agl'imprenditori di piccole e medie aziende. E infine vi sono gli intellettuali, che vanno dal maestro di scuola, dal sacerdote, dalle varie categorie di liberi p,rofessionisti, sino agli uomini di grande cultura, poeti, artisti, scienziati, scrittori. Se t11tti questi gruppi possono a buon diritto essere considerati come economicamente facenti parte del cosiddetto 'ceto medio', è assurdo però pretendere ch'essi costituiscano una massa uniforme, la quale possa senz'altro avere eguali posizioni circa le differenti questioni ideologiche o politiche che loro si presentano. Errata è quindi, prima di tutto, la tendenza a considerare il 'ceto medio' come un blocco più o meno uniforme, ed è giusto invece asserire che esistono nella nostra società numerosi gruppi che si posson chiamare intermedi, i cui orientamenti ideologici e politici, però, possono essere dall'uno all'altro di essi assai vari. Stabilita questa prima varietà, ne deriva in1mediatamente che è errato affermare che esista una specie di incompatibilità organica tra tutti questi gruppi sociali, così numerosi e così vari, e il partito comunista ... Noi siamo un partito nel quale i ceti intermedi sono largamente rappresentati, per lo meno nelle campagne, ma anche, sebbene non nella stessa misura, nelle città. I migliori nostri successi elettorali, del resto, sono· stati raggiunti proprio in quelle zone dove abbiamo maggior numero t23 ibliotecaGino Bianco
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