Il PCI in una fase di transizione numero, che, nei confronti delle categorie maggiori e più maltrattate, si possono quasi considerare in condizioni di privilegio. Ma vi sono anche strati di operai i quali, per la deformazione subita dal contratto di lavoro, si avvicinano alle condizioni de11'artigianato o del lavoro a domicilio. La rilevante e notevole disoccupazione ha creato uno strato di disoccupati permanenti che vanno perdendo ogni contatto con la categoria e la classe da cui provengono, e si perdono per l'attività organizzata di classe. Il processo di smobilitazione dell'industria, l'intensificato sfruttamento, l'organizzazione del lavoro nella fabbrica, il potere dispotico del padrone, associato a varie forme di paternalismo, cioè alla tendenza di trasformare rivendicazioni e diritti dei lavoratori in elemosine dipendenti dal buon cuore del padrone, che si serve di esse per dividere, corrompere e demoralizzare, tutto concorre ad aggravare le influenze disgregatrici che nascono dalla situazione » 8. Succesivamente, il riconoscimento del carattere estremamente differenziato· della classe operaia italiana è stato operato non più soltanto in rapporto alla struttura tradizionale del paese o agli effetti e alle difficoltà della crisi post-bellica, ma anche in rapporto ai nuovi elementi introdotti nella situazione dal processo di sviluppo economico degli anni seguenti. Così 1'11° congresso poteva affermare che « la classe operaia ci appare più stratificata e complessa, la sua unità e la presa di coscienza della propria autonomia meno spontanee. Ma essa abbraccia una 1parte crescente della società e i contenuti delle sue lotte pongono più direttamente la esigenza di una sua profonda trasformazione. Una parte dei ceti medi sono vincolati al monopolio, ma le contraddizioni che hanno sempre contraddistinto il loro rapporto col monopolio continuano ad essere acute. Al tempo stesso, sorgono nuovi strati i quali, per la collocazione che assumono nella produzione moderna, possono ancora 1più acutamente sentire l'esigenza di una organizzazione della società che non soffochi la loro autonomia e le loro capacità creative» 9. Il problema dell'unità della classe operaia cessava, in questo mutato quadro politico e sociale, di porsi negli stessi termini in cui si era posto dal 1944 almeno fino al 1956, ossia come un p1 roblema pregiudiziale per la soluzione dei più vasti problemi di schieramento relativi alla edificazione in Italia di un regime avviato al socialismo. Esso veniva a prospettarsi, piuttosto, come un problema la cui soluzio 1 ne sarebbe implicitamente derivata, co·me una naturale conseguenza, proprio dalla soluzione di quei più vasti problemi di schieramento. Il problema dell'unità della classe operaia sembra così diventato piut8 VII Congresso del Partito Comunista Italian,o. 3-8 aprile 1951. Resoconto, Roma 1954, p. 53. 9 XI Congresso, cit., p. 709. 21 BibliotecaGino Bianco
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