Il PCI • lll una fase di • • trans1z1one di Giuseppe Galasso 1. LA STRATEGIA E LA TATTICA DELLA LOTTA AL CAPITALISMO IN ITALIA. All'indomani della seconda guerra mondiale il patrimonio del PCI in fatto di elaborazioni strategiche e tattiche relative alla condotta della lotta politica in Italia era fondato essenzialmente su due elementi: da un lato, gli indirizzi di fronte popolare maturati negli ultimi anni prebellici; dall'altro lato, lo schema suggerito da Gramsci fin dal 1926 per un'alleanza tra le classi operaie del Nord e quelle contadine del Sud che scalzasse le basi dello stato italiano e demolisse il blocco storico che ne dominava la società. Agli indirizzi di fronte popolare era legato, come loro massimo frutto, il patto di unità d'azione che il PCI aveva concluso, nel comune esilio, con il Partito Socialista Italiano già da molti anni. Del patto fu stabilito un testo definitivo in data 27 ottobre 1946 1 ; e a quella data si pensava ancora alla possibilità di una fusione tra co,munisti e socialisti in un partito unico. Ma già in un discorso dell'anno seguente Togliatti prendeva atto del superamento, di una tale prospettiva: « Quando abbiamo lanciato la parola della creazione di questo partito nuovo, pensavamo che questo compito l'avremmo realizzato attraverso la fusione col partito socialista, pensavamo che dal confluire di queste due grandi esperienze storiche concrete, la nostra e quella dei socialisti, sarebbe uscito più rapidamente un partito nuovo dei lavoratori italiani, che avrebbe potuto attraverso la propria azione e le proprie alleanze essere alla testa della ricostruzione e del rinnovamento d'Italia. Oggi non si può dire se e quando arriveremo alla fusione col Partito Socialista. Purtroppo sembra che i dirigenti socialisti, quasi senza distinzione, siano arrivati a lasciarsi influenzare in tal modo dalla canea reazionaria, che persino hanno vergogna di parlare di fusione e di unità con noi. È evidente che l'obbiettivo della fusione per noi rimane e tendiamo ad esso. La creazione di un solo partito della classe operaia e dei lavoratori rimane uno dei nostri scopi fondam.entali. Ma è evidente che non possiamo aspettare, per creare quel partito nuovo di cui i lavoratori hanno bisogno nella situazione presente, che quell'obbiettivo sia stato raggiunto. Una grande parte di quelle attività che pensavamo sarebbero state caratteristiche del partito sorto at1 Cfr. La -politica dei comunisti dal quinto al sesto congresso. Risoluzioni e documenti, Roma, p. 135. 15 ·Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==