Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

.. A1nministrazione ordinaria dell'intervento straordinario? l'intervento straordinario maggiori poteri discrezionali nello stesso momento in cui li si rendeva non responsabili della mancata attuazione completa del programma; e) anche tenuto conto delle variazioni dei prezzi vi è stato un forte divario tra i programmi preventivi annuali e i consuntivi di spesa a causa di errori nella valutazione dei costi delle opere. Tali errori in parte erano da imputarsi ad errori di progettazione, a insufficiente studio preliminare dei progetti ed in parte a cause sistematiche come la pressione di ciascun settore della Cassa per inserire in programma il maggior numero di progetti, riducendone artificiosamente i costi in preventivo. Inoltre la struttura fortemente centralizzata della Cassa (con Uffici periferici che rispecchiano talo,ra esigenze tecniche sorte al momento dell'esecuzione delle opere e perpetuatesi poi nella gestione, o come risultato di pressioni locali spesso perfettamente legittime ma il cui risultato non coincide talvolta con obiettivi di efficienza aziendale), mentre rende faticoso il dialogo con gli Enti concessionari, già di per sé no11 facile per la loro struttura, costituisce un quasi insormontabile ostacolo per un intervento diretto previsto dalla legge istitutiva e spesso unico strumento per sbloccare le situazioni locali rese poco manovrabili dall'ipoteca di gruppi politici che si muovono in base a motivazioni diverse da quelle dell'efficiente attuazione dei programmi. 4. La situazione in cui la nuova legge venne approvata era del tutto diversa. Si trattava infatti di modificare l'originaria impostazione dell'intervento straordinario fondata sull'ideologia della « preindustrializ- • zaz1one ». Vero è che gradualmente il settore industriale, sia come intervento indiretto (contributi, finanziamenti e agevo,lazioni fiscali) che co-me intervento diretto (infrastrutture delle « Aree » e dei « Nuclei » ), aveva cominciato ad assumere un certo peso; sj trattava tuttavia di un ruolo che veniva ritenuto marginale rispetto all'esecuzione di grandi infrastrutture ed allo sviluppo del settore agricolo. Tuttavia, dal 1950 al 1965 il volume di riso1 rse destinato agli interventi diretti è rimasto press'a poco immutato, mentre quello per interventi indiretti (specialmente per il settore industriale) si è circa decuplicato. Ciò ha comportato che l'impegno della Cassa è passato dal 23% per investimenti indiretti e 77% per interventi diretti nel quinquennio 1950-55, a 79% e 21% nel 1963-65 con un capovolgimento dei rapporti tra i due settori. Allo stesso tempo in sede teorica il modello rostowiano della « preindustrializzazione » era stato superato da una serie di contributi, tra i quali 11 BibliotecaGino Bianco

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