.. ·' La sociologia della conoscenza fondamenti di una teoria sociologica della conoscenza. Basterà segnalare alcuni dei problemi centrali, sollevati e risolti nel corso della trattazione. Uno di essi è costituito dal rapporto tra l'ordine istituzionale e la conoscenza. L'uomo produce se stesso, l' « umanità» è socio-culturalmente variabile, e l'ordine sociale esiste solo come prodotto dell'attività umana. Attraverso la abitualizzazione dell'attività umana sorge l'istituzionalizzazione come « tipificazione reciproca di azioni abitualizzate da parte di tipi di attori» (p. 51): le tipificazioni delle azioni abitualizzate, che costituiscono le istituzioni, sono sempre condivise: un mondo istituzionalizzato viene quindi esperito come una realtà oggettiva. Ma, osservano gli AA., bisogna tener sempre presente ed evitare il pericolo della reificazione, di attribuire, cioè, al mondo sociale « uno status ontologico separato dall'attività umana che lo produce ». Il rapporto tra uomo (pr~ duttore) e mondo sociale (prodotto) è infatti dialettico e tale rimane. Ora, il rapporto tra ordine istituzionale e individui è tale per cui, se la integrazione di un ordine istituzionale può essere compresa soltanto nei termini della conoscenza che i suoi membri hanno di esso, l'analisi della conoscenza dell'ordine istituzionale sarà essenziale perl'analiisi dell'ordine stesso. La conoscenza, così intesa, si trova in un rapporto dialettico con la realtà: essa è apprensione della realtà sociale oggettivata (tramite la conoscenza stessa) ed è una completa produzione di tale realtà. Un altro interessante problema sollevato dagli AA. è quello dei ruoli Biblioteca Gino Bianco e del loro rapporto con l'ordine istituzionale. Essi « rappresentano » tale ordin·e: le istituzioni sono incorporate nell'esperienza individuale attraverso i ruoli (i quali sono tipificazioni del sé agente e degli altri agenti nel contesto di uno stock oggettivato di conoscenza comune a una collettività di agenti): svolgendo dei « ruoli », l'individuo partecipa a un mondo sociale; attraverso l'interiorizzazione di questi ruoli, il mondo sociale diventa soggettivamente reale per l'individuo. Grazie ai ruoli specifici che svolge (giudice, professore, marito, ecc.), l'individuo è introdotto in aree specifiche della conoscenza socialmente oggettivata, non solo nel senso che egli viene a cono1 scere una parte specifica dello stock di tale conoscenza, ma anche nel senso che egli « conosce » norme, valori ed emozioni. Ora, l'ordine istituzionale è reale finquando è realizzato in ruoli svolti, e, per converso, i ruoli rappresentano un ordine istituzionale che definisce il loro carattere e dal quale essi derivano il loro significato oggettivo: « l'analisi dei ruoli è di p,articolare importanza per la sociologia della conoscenza, poiché essa rivela le mediazioni tra gli universi macroscopici di significato, oggettivati in una società, e i modi in cui questi universi sono soggettivamente reali per gli individui » (p. 73). Un terzo punto importante è costituito dal problema della reificazione: essa è « l'apprensione dei prodotti dell'attività umana come se essi fossero qualcosa di altro che prodotti umani: come se fossero fatti di natura, risultati di leggi cosmiche, o manifestazioni della volon tà divina» (p. 82). Se l'originale 127
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