Giangaetano Bartolomei gettivazione; essa, cioè, si manifesta in prodotti dell'attività umana, i quali sono accessibili sia ai loro produttori che agli altri uomini, come elementi di un mondo comune. .Il linguaggio appare come il mezzo principale di oggettivazione: esso può comunicare significati che non sono dirette espressioni della soggettività hic et nunc, e può diventare un magazzino di vaste accumulazioni di significati e di esperienze. Inoltre, nel parlare (e quindi nell'ascoltarsi) i significati soggettivi sono resi o,ggettivamente e continuamente accessibili al soggetto stesso, e divengono quindi ipso facto « più reali » per lui. La funzione oggettivante del linguaggio sta anche nella sua fattualità « esterna», la quale· è coercitiva e forza l'individuo entro i suoi schemi, tipifica e anonimizza le esperienze. Attraverso il linguaggio un intero mondo (anche non esperibile nell'hic et nunc) può essere attualizzato. Vi sono, naturalmente, differenti livelli di distacco del linguaggio dalla sua immediata aderenza all'hic et nunc della vita quotidiana: a livello simbolico (come nei sistemi simbolici della religione, della filosofia, del1' arte e della scienza) esso può librarsi in regioni che sono non solo di fatto, ma a priori inaccessibili al1' esperienza quotidiana. Noi vivian10 ogni giorno in un mondo di segni, di simboli, di sistemi simbolici: le oggettivazioni linguistiche consentono una accumulazione selettiva di uno stock sociale di conoscenza, , il quale è costituito della realtà oggettiva e soggettiva della società. Nel mondo del senso comune della vita quotidiana noi ci muoviamo 126 Biblioteca Gino Bianco • equipaggiati con corpi specifici di conoscenze; e, ciò che è più importante, noi sappiamo che gli altri condividono almeno una parte di questa conoscenza, ed essi sanno che noi lo sappiamo. La nostra interazione con gli altri nella vita quotidiana è perciò costantemente influenzata dalla nostra comune partecipazione allo stock sociale di conoscenza accessibile. E la validità di questa conoscenza della vita quotidiana è assunta per certa da ciascuno di noi fino a quando non sorge un problema che è irresolubile nei termini di tale conoscenza. Infine, la conoscenza presenta una distribuzione sociale, onde ciascuno conosce solo una parte di ciò che è conosciuto dai suoi simili. Una volta fissati questi « prolegomeni filosofici », gli Autori si volgono al loro argomento centrale, cioè all'analisi della conoscenza che guida la condotta nella vita quotidiana. Tale analisi è svolta nelle parti II e III del volume, in cui viene rispettivamente trattata « la società come realtà oggettiva » e « la società come realtà soggettiva ». Nella II parte sono studiati i processi di « istituzionalizzazione » e di « legi ttimazione » della realtà, nella III i processi di interiorizzazione della realtà e della struttura sociale, la dimensione sociale delle teorie riguardanti l'identità dell'individuo, il rapporto tra l'organismo dell'uomo e la sua identità (~vvero tra la natura e la società). Non è qui possibile dar conto per esteso della struttura sistematica di questo robusto edificio concettuale, il quale costituisce certo un utile punto di riferimento per porre i
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