Carlo Maggi Dallo studio di un'età di scarsa o nulla inventiva, in cui i « modelli classici» si riproducono accademicamente, ormai privi di linfa vitale e soltanto per passiva applicazione di principi teoretici pregni di purismo razionalistico, l'Autore è passato ad affrontare, quasi per ·contrasto, un'età piì1 remota, quella medioevale, ove, invece, si afferma un'eccezionale creatività; partendo dal vocabo,lario ecumenico dell'impero romano e dal tardo--romai10 (con la sua crisi della forma chiusa e statica, che corrisponde alla rivoluzione spirituale provocata dall'affermarsi di una novella ideolo,gia religiosa), gli architetti medioevali hanno creato tipi edilizi totalmente rinno 1 vati e aderenti ai nuovi contenuti. L'indagine sul bizantino meridionale aggiorna le note rassegne dello Schulz e del Bertaux sui monumenti medioevali del Mezzogiorno, integra gli studi del Freshfield, dell'Orsi, della Medea e del Bottari su aspetti particolari del tema, attualizza ed ap·profondisce con nuo·ve ricerche gli sp,unti contenuti nei ben noti saggi del Cecchelli sulle presenze bizantine in Italia (Sguardo generale all'architettura bizantina in Italia, 1936) e del De Angelis D'Ossat sulle Influenze bizantine sitll'architettura romanica ( 1942), sostituendo ad un'amplissima letteratura agiografica ed acritica (ripercorsa, nelle note, per scrupolo filologico) un metodo di lettura critica fondato sull'approfondito esame delle singole strutture architettoniche, pur nel quadro della cultura in cui scorsero. Si attua, così, la verifica delle fonti storiche con le presenze architettoniche, in una metodologia integrata, che nell'esperienza spaziale faccia convergere gli apporti delle interpretazioni tradizionali, espungendone gli equivoci. L'architettura bizantina - nella sua accezione provinciale e puria che si attuò .in una lunga elabo·razione nel Sud d'Italia nel Medioevo - ha condizionato per secoli la produzione meridionale, come dimostra l'edilizia rustica campana, non meno degli esempi più anonimi e, tardi di chiese con cupole e gradoni, rivestiti di tegole (da Vibo Valentia a Padula, da Palizzi a Capaccjo, da Puccianiello a Fiumefreddo Bruzio, etc.) ovvero le tessiture murarie, pregne di fantasie cromatiche, ancor vive in episodi meridionali di molto successivi alla fase medioevale; in Puglia, talune soluzioni adottate fino a ieri (la copertura a lastre lapidee sovrap,poste, le « chiancarelle ») affondano le remote radici nell'invenzione di un oscuro maestro orientale dell'età di mezzo. L'eclettismo altomedioevale, che trova fondamento nell'atteggiamento sperimentale degli architetti paleocristiani, esplode nel sincretismo· romanico; la funzione di tramite tra Oriente greco ed Occidente latino assunta da Amalfi in questo straordinario processo storico, vie11e qui, per la prima volta, posta nel giusto rilievo, sottolineando il carattere tutto proprio ed eversivo dell'architettura che dalle genti della città marinara prende le mosse. La rivalutazione romantica dell'arte bizantina, dopo secoli di incomprensione, ha sfatato il preconcetto della decadenza artistica medioevale; ma, proiettata ,sul terreno pragmatico, l'architettura bizantina trova ancora una sua forza di persuasione specie nelle « province ». La ripetizione di moduli che, pur senza inerzia, contraddistingue l'ambiente chiuso della co,rte impe120 ..... BibliotecaGino Bianco
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