Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

Recensioni soprattutto dalle tesi esposte nelle notissime opere di Sereni e di Romeo, con gli interventi di Luzzatto e di Romani: si tratta del complesso terna della complementarietà tra sviluppo agricolo e progresso industPiale, e dello svilup,po capitalistico dell'agricoltura che prepara e sbocca nello sviluppo industriale. Ancora una pano 1 ramica sulle regio1 ni italiane ove ciò si sia realizzato ed in che modo, per terminare con l'accenno alle contraddizioni e insufficienze del sistema che hanno condannato le regioni del Sud ad una corsa affannosa e improduttiva, mentre il divar,io col Nord si è allargato progressivamente, e solo da poco tempo « con l'emergere di nuove fo,rze e con l'affermarsi di nuovi principi economioi e politici si sono aperte prospettive di SVliluppo più equilibrato e socialmente più avanzato di quello imposto dall'azione incontrollata del capital 1 ismo ». Con queste parole si conclude questa raccolta così stimolante, cl1e certo testimonia dell'elevata qualità e dell'intenso impegno che sostengono e caratterizzano l'attività storiografica del Villani. GUIDO D'AGOSTINO Il bizantino meridionale È apparso, per la E.S.I. (Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli), il volume di Arnaldo Venditti Architettura bizantina nell'Italia meridionale. L'autore - che nel 1959 collaborò al volume collettivo Ville vesuviane del Settecento, con due saggi sulla stratificazione del territorio costiero da Napoli a To1 rre del Greco e sugli insediamenti patrizi di Barra e S. Giorgio a Cremano - ebbe ad affrontare, in una monografia pubblicata nel 1961 (premio IN/ ARCH per la Critica storica), l'esame dell'Architettura neoclassica a Napoli. Pur in un'epoca di ri1stagno creativo, venne individuata allora l'importanza della produzione napoletana dello scorcio del XVIII secolo, e della prima metà del successivo, nella definizio,ne del volto della città. Anche se contenuta nell'ambito di una concezione ufficiale, che prende le mosse dalla eredità vanviitelliana e trova fondamento nelle scoperte di Erco 1 lano, Po1 mpei e Stabia, l'architettura neoclassica non soltanto rappresentò per Napoli una lezione di civiltà - improntata, come fu, alla dignità edilizia, in cui si rinnova l'istanza del decor vitruviano -, ma, ancor prima della fo1 rmulazio,ne dei temi social,i del,l'urbani 1 stica nel senso moderno della paro,la, p,ropose ed in parte realizzò soluzioni edilizie accettabili, lungo le nuove direttrici di espan~ sione del·la città. Nel decennio murattiano e nella restaurazione borbonica, si collocano accanto a fondamentali iniziative d'interesse collettivo, soluzioni urbanistiche che iniziano un processo di decentramento, poi so,ffocato dai fenomeni involutivi della seconda metà del secolo,, allorché l'urbanesimo recherà i germi dell'attuale crisi del'1a città. 119 BibliotecaGino Bianco

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