Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

Guido D'Agostino contrastanti e da prima soverchianti, e sul graduale, sia pur lento, p·rogredire di forme nuove nei rapporti di produzione e nell'assetto della p•roprietà fondiaria» (p. 114). A tale scopo, il discorso si articola in varie parti e periodi, .incen.trando 1 si su fenomeni fondamentali della v1ta econo,mica italiana, non soltanto agraria, dagl1i albori dell'età mod,erna fino, si può dire, ad anni recen,tissimi. Inizialmente il Villani esamin;a « la conversione dei capitali mobiliari in investimenti fondiari», avvenuta nella seconda metà del secolo XVI co,me contraocolpo al contemporaneo crollo delle at,tività industriiali e co,mmerciaJ,i, a livello gen·erale europeo 1• Gli effetti di tale op1 erazione sono vagliati in diversi ambiti regionali, come il Veneto e, più diffusamente, il regno, di Napoli, al fine di app·urare se essa si risolva in un'azione produttiva o, invece, parassitaria. Ciò si riallaccia al tema specifico della « rifeudalizzazione », l'inasprimento, cioè, nella forma e nella sostanza, del -dominio signorile, che ha animato di recente una polemica itra vari studiosi di co1se napoletane. Ad ogni modo, l'Autore vede questo inasprimento del regime feudale e lo co1 llega all'esplosione riivoluzionar.ia del 1648, m:a vede pure l'aumento delle entrate e l'espan,sione economica, con accenni al superamento della fase tradizionale della produzione agricola destinata solo all'autoconsumo contadino, noncl1é una resistenza ali.a crisi economica del Seicento meno fievole di quel che si è sempre affermato. I successivi argomenti trattati dal _Villani sono piu specifici: egli si addentra nella valutazione teonioa delle condizioni dell'agricoltura lombarda tra Settecento e Ottocento, considerate in sé ed anche in rappo,rto al resto d'Italia; uno sguard·o particolare dedica al Meridione ed al Lazio,, sempre nello stesso torno di tempo, per poi concludere con le pagine sul « capitalismo nelle campagne dopo l'Unità», che contengono sp11nti e riferimenti circa lo stato attuale del pro1 blema. Per quel che concerne la Lombardia, ci troviamo di fronte, come quasi sempre quando si parla di questa regione, a casi partico1ani, senza molto riscontro nelle altre zone italiane: si p11ò parlare infatti di consolidamento e allargamento della co·nduzione capitalistica dei terreni irrigui, di pratiche e regimi comunque avanzati, di peculiarità nelle colt 1 ivazioni e nella stessa distribuzione della proprietà, di assoluta rilevanza del ceto degli affittuari, di reale inserimento nel ciclo economico europeo. Tutto ciò ha il suo rovescio nelle camp:agne meridionali, ma, ancor più, in quelle romane, ove, per fare un esempio, domina ancora la lotta tra agricoltura e pastoriizia. Nel Mezzogiorno, in p,articolare, è col Decennio francese che la situazione si evolve pos.itiv·amen.te, con provvedimenti che avvi1ait10a soluziione annosi p,roblemi, operando 1 ·in connessione con l'eversione della feudalità; e torna qui il discorso già visto sull'espansione economica della seconda metà del secolo XVIII, •sull'ascesa di nuo1 ve forze e tornano quindi i giudizi seve11i sulla borghes 1 ia meridionale. Le pagine conclusive del saggio, come abbiamo detto, sono dedicate al dibattito « sulle vicende dell'econo,mia italiana postunitaria e sui connessi problemi del capitalismo agrario e dello sviluppo industriale», animato 118 Biblioteca Gino Bianco

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