Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

Recensioni ciali », con gli studi di Ruggiero Romano, Rosar.io Villari, lo stesso VilJani, Mario Mirri, presto seguiti da numerosi altri. Il nuovo filone s'appuntava sullo studio della « distribuzione della prop 1 rietà fondiari.a e sui rappo,rti sociali nelle camp•agne, considerati setto 1 ri primari dell'economia e della società italiana del Settecento» (p. 12): da ciascuno degli studiosi affrontato con la propria senStibilità, le proprie scelte, il punto di vista particolare, ma con spirito alieno dalle esercitazioni accademiche o dalle velleità populistiche. Riferisce testualmente l'Autore: « il compito di richiamare l'attenzione sul troppo trascurato mondo delle campagne e sulle strutture sociali era assunto, in generale, dalla nuova storiografi.a non come fine a se stesso o per vocazione populistica allo studio delle classi subalterne, ma per impostare in termini più ampi e comprensivi il discorso globale sulla società e sullo stato, per raggiungere una valutazione più precisa dell'opera degli uomini di governo e della classe dirigente, si trattasse di direzione politica o culturale» (p. 15). Ma l'ampliamento, e più, il mutamento, di pro·spettive, comportava la definizione del rapporto tra l1a vecchia e la nuova generazione di studiosi, vivo ed uguale per ogni an1biente geografico e politico, ma particolarmente impegnativo nel caso dell'Italia meridionale, ove necessariamente ci si imbatteva nella tradizione crociana, sempre fortemente operante a distanza di trent'anni da quando s'era fissata n·ella Storia del Regno di Napoli. A questo punto Villani rivendica a sé il merito d'aver portato avanti un preciso discoiiso critico nei riguardi dell'impostazione crociana, ritenuta, pur con indiscutibili merit,i, ormai come « un episodio concluso della storiografia del Mezzogiorno»; la sua posizione ha in effetti animato un fecondo scambio d'opinioni in merito alla storiografia del Mezzogiorno ed alla eredità croci,ana. Il Galasso, in particolare, ha difeso l'impostazione etico-politica della storia meridionale, come quella che, in « termini più moderni, complessi ed articolati » deve essere continuata ed approfondita, arricchita, cioè, ma non ·sostituita da diverse prosp,ettive, come viene sostenuto dal Villani ed altri. Dal canto nostro, ci Limiteremo a rilavare cl1e nessuna impostazione diversa da quella crociana è ancora riusoita a sostenere ed animare una ricostruzione globale e generale della storia meridionale; e che si sono fo,rniti soltanto ap•prezzati, ma settoriali e parziali contributi, relativi a particolari momenti o eventi. Dopo aver ricordato una larga schiera di studiosi impegnati nella stessa dire~ione, il discorso di Villani trap·assa ad un altro nucleo, costituito dal tema « illuministi e riformatori»: qui l'Autore si ferma soprattutto a ricordare l'impegno notevolissimo, per continuità e contenuti, profuso da Franco Venturi per un'esatta collocazione del problema dell'illum1inismo e dello. spirito riform·atore in Italia. A Venturi si devono, in materia, preziose messe a punto, quali quella del carattere autonomo e indigeno dello spirito r.iformatore italiano; e se pure qua-1.che riserva viene espressa sul metodo delle biografie da lui suggerito, s'intende facilmente quanto caldo e autentico sia~ da parte di Villani - l'ap,prezzamento per la sua opera in generale. Per temi particolari, so,no ricordati vari studiosi, come Giariiizzo, Diaz, Pas115 BibliotecaGino Bianco

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