.. Recensioni scienza e fel,icità, progresso materiale e progresso morale; a credere che Ja scienza prenderà il posto della filosofia, della religione, e che basterà a soddisfare tutte le esigenze dello spirito umano». La tragicità dell'esistenza diventa addirittura un concetto immorale. Shaftesbury bandisce la crociata contro l'entusiasmo mistico, l'infelicità, la volontà del sacrificio. « Solo una divinità ostile, argo1 menta, potrebbe co,mpiacersi delle !agri.me e dei singhiozzi degli uomini». A questi ultimi co1 mpete, invece, la ricerca della propria felicità, intesa come « espansio,ne di quella forza che si trova spontaneamente in noi». Accanto a questa dimensione liberatrice, l'Hazard sa cogliere, altrettanto acutamente, i limiti del pensiero illuministico, anche se, come diremo, la sua analisi non riesce ad andare sino in fondo. Se grazie a Cartesio finiscono i miracoli, il diavolo, le tradizioni senza errori, le autorità senza appello, d'altro canto i « razionali » no,n riescono a dare soluzione convincente a taluni problemi. « Es1 si, scrive il saggista francese, credevano d'aver esaurito la questione religiosa, quando avevano parlato di falsità e d'impostura, di pregiudizio e di superstizione. Non si domandavano se per caso •non conglobassero insieme, in tali termini, pregiudizi autentici e incontestabili superstizio 1 ni e credenze legittime e necessarie (...). Nel loro orgoglio credevano d'aver trovato 1 la verità totale, la luce capace di dissipare qualsiasi tenebra; e finivano così col divinizzare l'uomo». Il Bayle dichiara con profonda convi,nzione etica e personale cl1e « la cosoienza dipende soltanto da se stessa e che se essa accetta in buona fede quel che le appare come la verità, nessuna pressione esteriore si può esercitare legittimamente su di lei». Ma la sua venerazione della coscienza individuale, sia pure all'interno di un sentire socratico, fa già al Bossuet, l'i:ririducibile paladino del trono e dell'altare, presentire un'opposizio 1 ne tra particolare e universale, che è tutt'altro che di scarso Pilievo - anche se poi il vescovo 1di Meaux identifica nel particolare il libero pensatore libertino e nell'universale il cattolico. Questione che con altra consapevolezza metafisica ritornerà nello Hegel e che potrà ben dirsi il punto focale della sua polemica contro !'·individualismo dei romantici e dei mistici. Né sfugge allo storico francese il significato delle obiezioni che lo stesso Bossuet muove ai cartesiani, rei di « non avvedersi che oltre alle nostre idee chiare e distinte, ce ne sono di confuse e di generali, che co1 ntengono tuttavia Verità così essenziali che negandole si distruggerebbe tutto». Ed infine op·portunamente sottolinea l'importanza delle prime reazioni al geometrismo cartèsiano, che troveranno nel Vico .jl possente interprete e nella Scienza Nuova la prima, valida, dimensio,ne alternativa all'astratto antistoricismo dei << razionali». È nelle pagine finali del suo saggio che ,l'Hazard rivela certe ingenui-tà e mostra taluni limiti che, se sono giustificabili psicologicamente e storicamente - almeno in una qualche misura - rinviano nondimeno ad un discorso che nella Crisi della coscienza europea è accennato qua e là, ma solo di sfuggita e, certo,. senza alcuna consapevolezza delle sue im,plicazioni più profonde. Quelle pagine finali che si sciolgono, quasi, in un inno solare all'Europa e alla 111 BibliotecaGino Bianco
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