Nord e Sud - anno XV - n. 103 - luglio 1968

Dino Cofrancesco genera la virtù. L'ignoranza produce solo barbarie e vizi»; P. Bayle, tutto dominato dal·la « l1ibido sciendi: conoscere tutto per criticare tutto»; J. Toland, che « ebbro di ragione, va a cercare il .p1 regiudizio sin nella nostra carne, sin nel nostro sangue », per portarlo alla luce, demistificarlo, fame oggetto di sacra, rabbiosa, den11ncia in nome del,la ragione, ,dell'umanità; R. Simon, che alla ragione criitica sotto 1 pone la Bibbia: sono tutte figure che costruiscono un nuovo mondo e una nuova dimensione umana. Ma in forma inquieta, tumultuosa, incomposta. 11 grande sistematore delle esigenze del tempo, il teorico 1 luci,do· e pacificato con la società - grazie anche alle armi dell'Orange - è J. Locke. « Checché dicano coloro che nella filosofia amano solo le grandi giocate -- com·menta l'Hazard - dall'anno 1 di pubblicazione del Saggio sull'intelletto umano data un muta1nento decisivo, un nuovo orientamento del pensiero. L'uomo da quel momento ebbe quale oggetto delle prop,rie indagini l'infinita ricchezza della spirito umano ( ...) Veder formarsi .il pensiero e, insieme, le credenze che permet,tono all'uomo di viver felice, con 1a coscienza che non c'è nulla - scienza, moralità, arte -- che non derivi dalla sua attività: c'è forse spettacolo più suscettibile di questo da procurare a chi lo contemp 1 la gioia, interesse, orgoglio?». E accanto ail Locke compaiono altri « ricostruttori», i filosofi del diritto e della società, i Grozio, i Pufendorf, con il loro ricorso« ad una natura non ben definita -e onnipotente, che non è più l'opera del creato 1 re, ma lo slancio vitale di tutti gli esseri in generale, e dell'uomo in particolare»: quella natura che era stata identificata con la •sostanza e con Dio dal·lo Spinoza, il più profondo dei teorici del'1'illuminismo, ma al tempo stesso il più metafisico e il più lontano dall'ideale immediatamente tecnico--operativo di quest'età. Le pagine del saggista francese sul diritto naturale ci fanno venire alla mente Croce e Pareto e la loro lucida ironia •sulla « alcinesche seduzioni» della dea Umanità, figlia primogenita di questa, dea Natura che le ha impresso, tra le altre qualità, la « socievolezza». Certo i due pen,satori italiani avevano ragione quando mettevano in risalto l'infondatezza di certe equazioni giusnaturalistiche; epperò come non avvertire, in certi momenti culturali, la tensione ideale e liberatrice, il riscatto dell'urnanità, all'insegna della natura « madre buona»? Questo mito attenta alla religione più di ogni altro. Privata della rivelazione, la credenza religio 1 sa si riduce, tutt'al più, alla garanzia cartesiana ,dell'ordine cosmico non illusorio. Quella che la sostituisce è l'idolatria della scienza. « La nostra azione sulla natura, afferma uno dei più illustri pensatori del tempo, compirà p1rogressi e noi passeremo di meraviglia in meraviglia; verrà un giorno in cui l'uomo volerà e un giorno, o l'altro si arriverà sino alla luna ». Il commento dell'Haza,rd è preciso e conv,incente. « Tutte le inquietudini, scrive, tutte le agitazioni vengono incanalate, l'uomo stanco di volgersi indietro 1 per contemplare nella lontananza del passato l'età dell'oro e incerto dell'eternità, proietta le p,roprie speranze in un avvenire più prossimo, di ct1i godrà forse egli stesso e che in ogni caso sarà raggiunto ·dai suoi figli. .. La scienza sta già diventando un ido1 lo, un mito. Si comincia a confo,ndere insieme 110 BibliotecaGino Bianco

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