·' I Considerazioni intorno al teatro funzione è: attiva. Cioè: porsi come azione dalle infinite possibilità rappresentative, co,n1e struttura in mo,vimento e non come mantenimento di una discriminazione la cui massima espressione è appunto il Rito Serale. Ci occorre un teatro che intervenendo sulla realtà la rappresenti pienamente meravigliando il suo· pubblico con novità e invenzioni. Ci occorre un teatro che si ponga oggettivamente il problema che il pubblico non via sottoposto a ondate n1istificatorie, frazionatrici, cariche di buon senso. Ci occorre un teatro che in ogni suo, momento si ponga come dialogo, e pieghi tale dialogo in un·a direzione culturale in continua espansione, senza diaframmi. Ci occorre un teatro che non sia oppressione e imposizione. Perché la Gerarchia agisce con oppressione e imposizione: lo, scopo? Impedire la Qualità. Occorre allora cangiare la struttura intera del teatro italiano. L'ipotesi che farò è soprattutto ipotesi di lavoro, che va sviluppata e appro1.. fondita. E lo sarà nei prossimi articoli, con dialoghi e dibattiti. Ora voglio limitarmi a tracciarla, e tracciarla molto schematicamente. Le grandi case del teatro italiano, gli stabili, e quelli di serie A e quelli di serie B, pro·grammano una politica culturale assieme: sarebbe com11nque necessario aumentare le stesse case. E stanziare molto più denaro di quello attuale. Si creano dei comitati: con pubblico, attori, registi, sceno,grafi, eccetera. Si decide democraticamente l'indirizzo della stagione. Democraticamente significa: all'interno delle commissioni tutti hanno la stessa importanza. Significa: iniziare un dialogo. portarlo ava11ti e riprodurre poi tale dialo,go nella stagione. La stagione nasce così da un rapporto diretto tra persone che amano il teatro e lo· considerano cultura. Quindi non più imposizioni, non più programmi stabiliti dall'alto. Stabiliti dalla Gerarchia. Ogni co·mmissione si divide l'indirizzo di pro,duzio,ne. Una si occupa degli ultimi testi stranieri, un'altra dei testi stranieri classici, un'altra dei testi italiani classici, un'altra dei testi italiani nuovi, un'altra della ricerca, un'altra degli scritt9ri, un'altra dei registi, eccetera. Gli spettacoli poi girano per tutt'Italia senza marchi di fabbrica. Questa una prima ipotesi di lavoro. Suscettibile di miglioramento, di approfondimento, di cangiamento. Ma qualcosa per il teatro italiano· deve essere fatto. Una politica culturale. Questo serve. Che non si debba tristemente dare ragione a Kenneth Tynan qu·ando scrive che « il teatro italiano sta morendo tra le chiacchiere·». FRANCO SCAGLIA 107 BibliotecaGino Bianco
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