Franco Scaglia piantare chiodi, come dice Dacia Maria11i, perché vivere nel teatro implica soprattutto la ricerca di una pluralità linguistica che si può ottenere solo do,po essersi scrollate di dosso quelle necessità di iso,lamento totale dalle quali dipende il romanzo.· Isolamento totale del proprio interno, dico. Il sé stesso deve diventare forza di movimento e mutamento, forza che non si appoggia semplicemente a un dialogo- perso-nale, ma alla luce, all'attore, al regista. Un corpo unico, è il risultato finale. Ma lo scrittore deve rinunciare a tanti suoi privilegi. No,n più essere un solitario cervello, divenire invece parte di un cervello più grande, momento necessario, ma non indispensabile, momento- pronto co,ntinuamente ad essere modificato. Momento di un montaggio. Sul rapporto attori, registi - teatro. « Perché i nostri attori sono così pigri e senza passioni? Perché così pochi tra loro lavorano più di un paio d'ore al giorno? Perché così pochi tra loro pensano al teatro, sognano il teatro, lottano per il te·atro,, soprattutto, fanno pratica di teatro tutto il tempo che hanno a loro disposizione? Perché il talento e la buona volontà in questo paese devono dissiparsi in un misto di brontolii inefficaci e di profonda compiacenza? » (Peter Brook). Voglio qui riferirmi ai registi e agli attori. Ma occorrerebbe anche riferirsi agli elettricisti, agli scenografi, a coloro che spazzano il palcoscenico, alle maschere che introducono nel tempio. Il regista: ha sostituito la figura tradizionale delf attore mattatore, , ereditando.ne tutti i difetti e il ridicolo. Il regista ha un obiettivo: diventare un bo-nzo-lama. Far parte della Gerarchia, insomma, per poi accedere alla vetta. Quel rapporto autoritario che stabilisce con gli attori co1 nsiste nell'essere nel migliore dei casi, nel più illuminato dei casi, capo-équipe. Quale équipe? Quella che si riunisce intorno a un tavolino e stancamente discute le battute della commedia e poi passa alle prove in scena; e poi fa la prova generale davanti ai critici, e poi la prima davanti alle pellicce con applausi. Ad offrire maggior lustro all'itinerario· non co-nta più il testo rappresentato, ma il grado nella Gerarchia che ha il regista, e dunque le amicizie nell'ambiente e dunque l'indice di gradimento da parte del pubblico e l'indice di gradimento dei vari critici. · Il regista fin dall'accademia è istruito alla direzione e all'imposizione. Da maestri che a malapena conosco-no il metodo Stanislavski. Gli insegnano a capire le battute che deve far recitare da oggetti animati che si chiamano per l'occasione attori e più inanimati sono meglio è, e 104 BibliotecaGino Bianco
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