Nord e Sud - anno XV - n. 102 - giugno 1968

... Alberto Mondadori La coscienza, si vuol posta i11congedo. Ma su questo tornerò. Importa invece ora affermare che se c'è 11no che non deve credere alla verità che gli italiani leggono poco·, costui è proprio l'editore. ·oeve pt1rtroppo tenerne conto nel calcolo dei costi, tirature e prezzi. Ma deve considerarlo come uno di quegli o•stacoli che spronano chi possiede coraggio a saltare, chi possiede intelligenza a farla rilucere, chi possiede volontà di voler vivere in un paese più civile, più colto, dove si discute e si lotti, 1na ad un livello più rispettabile e moderno, a piegare tale volontà in azione quotidiana e in progetti lunghi. Così che la coscienza, come dicevo prima, resista al tentativo di metterla in congedo, ma si attesti invece al centro della realtà. Co•me sprone e sentinella della cosa pubblica e dei problemi di tutti. Non deve inso•mma, l'editore, star fermo a pochi dati di fatto; quasi che la realtà no-n fosse anche e continuamente emergenza, innovazione, spinte e rotture, quasi che il nostro paese non fosse cambiato e cambiato molto, in questi vent'anni, pur con tutte le difficoltà e penosi travagli, ritardi e insufficienze che sappiamo. Si tratta insomma di non trasalire di sorpresa se, come ·dicevo· all'inizio, migliaia di giovani urlano la loro protesta per la scuola, una Università vecchia, stan_ca, retta da un regolamento interno dovuto_ a un quadrumviro, onerata da problemi cronici.· Lascio agli studenti la responsabilità dei modi e delle parole d'ordine scelti per la lo·ro lotta, ma voglio rico,rdare che il piano governativo per la scuola, che non è qui il caso di discutere, veniva praticamente insabbiato da una decisa opposizione di parte a un solo articolo, quello sull'incompatibilità tra cattedra e mandato parlamentare; cosa che riguardava sì e no 40 individui. Quaranta individui contro cinquanta milioni di italiani e il nostro avvenire civile. L'editore deve cioè evitare di arrestarsi passivamente ai dati bruti e alla superficie delle cose e dei problemi. Poiché fa libri, e i libri contengono idee, informazio·ni, nozioni sui vari aspetti della realtà, deve porsi in sintonia con le onde culturali, sociali del paese. La composizione di queste onde non è semplice né facile da analizzare. Se la sintonia non si realizza, una deìle due parti ha manovrato male: o male si è_ espressa co·n i propri strumenti di emissio-ne e ricezione. Al malinteso può benissimo• seguire il divorzio; comunque l'incomprensione. Non so bene, francamente, se oggi sia lecito parlare di incomprensione fra editori~ e cultura, fra editoria e vita nazionale. Preferisco, in questa sede, assumere la parte onerosa, ma più seria, e certo· più fruttuosa, di parlare degli errori possibili commessi, da parte proprio dell'editoria. Perché mi sembra invece che a un livello più generale si debba notare un distacco•, un fossato tra politica e cultura. È, direi, un distacco soprattutto di lin94 Bibiiotecaginobianco

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