Nord e Sud - anno XV - n. 102 - giugno 1968

Alberto Mondadori rati. Siamo un Paese ancora troppo fragile perché si possa avere la coscienza tranquilla no·nostante lo spreco che operiamo ogni anno, ogni giorno, di energie mentali, di intelligenza. E so anche bene, a proposito dei rapporti tra scuola e produzione, che sul tempo lungo diventa un errore chiedere alla scuola, alla cultura, laureati e diplomati, subito e solo tagliati su misura per la produzio-ne e la gestione. C'è anche biso-gno della ricerca, della ricerca pura: ricercatori che dopo la laurea abbiano libertà di scoprire, inventare, rielaborare, portare risultati a livelli più profict1i (ma non in un senso subito lucrativo), e libertà da esigenze troppo immediate, troppo calcolate su un ritmo reale ma miope, a tempo breve. E c'è bisogno della ricerca anche prima, in un certo senso, ossia prima del compimento degli studi : ricerca come metodo di ricerca, come abitudine al rifiuto degli schemi, delle abitudini, dei luoghi comuni mandati a memoria della miopia mentale. E per tornare appunto alle sorprese da tanti provate in questi giorni, doveva essere sorpreso chi non aveva, non ha colto le connessioni tra la cultura e i differenti mo,vimenti che percorrono oggi l'Europa, il mondo occidentale, quello sovietico, il mondo afro-asiatico. Sono persino riluttante a farvi notare quanto il nostro pianeta oggi si è allargato e si è insieme ristretto4 Le comunicazioni v~locissime, l'estrema interdipendenza - sia nel modo del contrasto che in quello del consenso - ·delle politiche estere, dei sistemi economici, hanno· reso ognuno di noi contemporaneo e contiguo· a tutti gli altri, investendoci di problemi lontanissimi. Ciò che succede in ogni angolo del mondo è, quasi subito, ciò che succede nel nostro angolo di mondo. Queste sono le dimensioni esatte della questione. La cosa più assurda, og'gi, è l'autarchia, in ogni senso. E dovunque nel mondo il grado di ascesa culturale è l'indice vero di vitalità e di progresso. Scuola, cultura, economia, vita civile 110n tollerano paratie stagne. Esigono invece sia una corretta reciproca dislocazione, sia una libera e continua circolazione. È per questo che sullo stesso piano d'importanza debbono essere situati i veicoli di tale circolazione, quei nastri portanti che soli assicurano maggiore intelligenza dei problemi, quei mezzi di comunicazione culturale che sono i libri. E se t1:1ttociò è ·vero, i libri sono mezzi troppo importanti per non dover essere detti anche valori. Valori in cui altri valori trovano, mezzo di esporsi. di vivere, per creare altrove valore, e ricevere poi i quesiti, e tentare di rispondere, in una corrente continua e vitale. Chi vi parla è persona che per la sua professione si trova dunque a un raccordo della vita nazionale. Proprio per questo cercherà di pro92 Bibliote·caginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==