Nord e Sud - anno XV - n. 102 - giugno 1968

... Mario Pendinelli coltura, col quale ft1 avviato un dialogo che portò, già due anni or sono, allo schieramento, su ·posizioni democristian·e, di tutte le Unioni Agricoltori calabresi nel collegio· elettorale dell' on. Antoniozzi. Una seconda prova di buona volo11tà fu offerta, poco· dopo, con la nomina del cosentino Chidichimo, l'ex segretario nazionale dell'ANGA (l'associazione dei giovani agricoltori) - strettamente legato ad Antoniozzi - a direttore dei servizi economici della Confagricoltura. Ma, in questo caso, si trattò anche di un tentativo - vedremo più avanti fino a che punto riuscito - di riassorbire l'azione dell'ANGA, per molti aspetti giudicata pericolosa dallo stato maggiore della Confagricoltura, nei binari del conformismo confederale. Tutto questo lavoro sembra oggi aver dato i suoi primi frutti, e lo si è visto proprio in occasio,ne del citato Convegno della Confagricoltura. Ne è la prova di rilievo, giustamente ritenuto eccezionale, che il quotidiano della DC ha dato all'avvenimento, accomunando nello stesso elo·gio i discorsi del Ministro dell'Agricoltura e quello del presidente della Confagricoltura, Alfonso Gaetani (cfr. « Il Popolo», giovedì 19 gennaio 1968). E se ciò non bastasse, si potrebbe accen11are alla sfilata di notabili democristiani al palco della Presidenza del Congresso, da Restivo a Ferrari Aggradi, da Medici ad Andreotti, da Sedati a Cam·pilli. Una presenza veramente insolita e sicuramente ricca di significato. Nel discorso ufficiale, tenuto da Gaetani, si è avvertito un certo rimp-ianto per il passato, ma si è anche potuto capire, abbastanza chiaramente, quale è la posizione attuale della Confagricoltura: alla difesa della proprietà fondiaria e delle forme più anacronistiche di conduzione aziendale si mescola una pretesa valorizzazione - priva di contenuti concreti - dell'impresa agricola. Con ciò riconoscendo, sia pure in maniera confusa e tardiva, il f-: ruolo primario dell' « impresa» nei confronti della « proprietà». Siamo ancora nel campo delle affermazioni generiche, anche se bisogna , ammettere che si tratta, pur sempre, di un passo in avanti nei confronti della linea di politica agraria sostenuta fino, a ieri. Del resto, il « nuovo corso» al quale ci siamo riferiti, riguarda i canali delle alleanze politiche: ai liberali, ormai incapaci di incidere sulle scelte di politica agraria, si sostituiscono i democristiani, seguendo, anche in q_uesto, l'esempio di Bonomi: col quale - del resto - Gaetani e la Confagricoltura sono sempre stati e rimangono strettamente legati ~a rapporti di comuni interessi nella gestione della Federconsorzi, dell'Ente Risi e dell'U.M.A. Il discorso di Gaetani, come si legge anche nel co1nmento diramato dalla agenzia ufficiale della Confagricoltura, ha costituito· una autentica « mano I tesa» nei co,nfronti della DC, che quest'ultima, confermando la sua « vocazione» corporativa, si è affrettata a raccogliere: è un dato di fatto del quale si dovrà tenere conto nel determinare le posizioni attualmente esistenti nell'inquieto mondo rurale italiano. Ma il fatto nuovo portato alla luce dal Convegno, non è rappresentato tanto dall'alleanza, pubblicamente sancita, tra gruppo dirigente della Confagricoltura e gruppo doroteo, quanto dalla sortita di alcuni giovani impren48 Bibiiotecaginobianco

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